Manca sempre meno alla prossima stagione di Serie A e, com’è normale che sia, aumentano i dibattiti. Le recenti dichiarazioni dell’ex calciatore Fausto Pizzi hanno acceso la luce sulle prospettive future del club bergamasco, in particolare riguardo alle strategie di mercato e alla gestione dei cambi tecnici. Pizzi ha espresso le sue perplessità, toccando temi delicati come la capacità di generare plusvalenze e la difficile eredità lasciata da figure chiave.
Le preoccupazioni di Pizzi sul futuro
In una recente intervista Pizzi ha condiviso la sua visione sul percorso che attende l’Atalanta. L’ex calciatore ha manifestato una certa apprensione per il livello che la squadra potrebbe raggiungere nelle prossime stagioni, affermando: “Temo che non si vedrà l’Atalanta all’altezza degli ultimi anni. Naturalmente, spero di sbagliarmi”. Questa dichiarazione riflette una preoccupazione diffusa tra gli osservatori, legata principalmente ai cambiamenti significativi che hanno interessato il club. La partenza di figure centrali, secondo Pizzi, segna un punto di ripartenza che porta con sé numerose incognite rendendo il futuro della Dea meno prevedibile rispetto al recente passato glorioso.
La gestione delle plusvalenze e il caso Retegui
Pizzi ha poi analizzato la politica di mercato dell’Atalanta, elogiando la capacità della società di individuare talenti e valorizzarli per generare importanti plusvalenze. Ha citato un esempio specifico, sebbene non si riferisca a un trasferimento già avvenuto, per illustrare il concetto di perdita significativa: “Cessione di Retegui? L’Atalanta si è dimostrata una società all’altezza anche nell’individuare dei calciatori su cui puntare e renderli al meglio, per poi creare delle plusvalenze importanti. Ci è riuscita alla grande anche con Retegui e quella cifra non si poteva rifiutare, pur trattandosi del capocannoniere del campionato scorso. È stato un attaccante che ha portato da solo 25 goal, ha disputato una stagione impressionante, quindi sostituirlo adeguatamente non sarà affatto facile. Si tratta di una grandissima perdita, non si discute”. Le parole di Pizzi sottolineano la complessità di rimpiazzare un attaccante capace di un tale impatto realizzativo, evidenziando come, al di là delle cifre economiche, la perdita tecnica possa essere difficile da assorbire per la squadra.
La scelta di Jurić e l’eredità di Gasperini
Un altro punto focale dell’analisi di Pizzi riguarda la scelta del nuovo tecnico, Ivan Jurić. L’ex calciatore ha espresso un giudizio positivo sulla decisione della società, vedendola come un tentativo mirato a garantire una continuità tecnica. Pizzi ha spiegato le motivazioni dietro questa scelta: “La scelta di Jurić è stata ben ponderata, perché si tratta di un delfino di Gasperini. È stato suo allievo al Genoa e lo ha affiancato come vice all’Inter e al Palermo. Proprio per questi motivi, la società ha voluto dare una continuità tecnica cercando il profilo che più si avvicinasse a colui il quale ha scritto le pagine più belle della storia di questo club”. Tuttavia, Pizzi non ha nascosto la consapevolezza della gravità del compito che attende Jurić, definendo l’eredità di Gasperini come una “responsabilità grandissima”. Nonostante l’organico attuale sia considerato “importante” e ricco di “calciatori forti”, la sfida per Jurić sarà quella di mantenere l’Atalanta ai livelli di eccellenza raggiunti negli ultimi anni, un obiettivo che, secondo Pizzi, presenta notevoli incognite.