L’Atalanta, con la sua storia ricca di talenti e momenti indimenticabili, celebra figure che hanno lasciato un segno indelebile nel cuore dei tifosi. Tra questi, Angelo Domenghini, Giuseppe Compagno e Carlos Alberto Bianchezi rappresentano epoche diverse ma ugualmente significative, testimoniando la continua evoluzione e la passione che da sempre animano il club bergamasco.
Angelo Domenghini: la leggenda della Coppa Italia 1963
Angelo Domenghini, l’ala destra per eccellenza, soprannominato ‘Domingo’, è una leggenda atalantina. Fu protagonista assoluto nella vittoria della Coppa Italia del 1963, un trionfo che lo vide capocannoniere con cinque reti e autore di una tripletta nella finale del 2 giugno 1963 a San Siro contro il Torino, conclusa 3-1. Quel successo fu il trampolino di lancio per una carriera straordinaria che lo portò a vincere Scudetti nel 1965, 1966 e 1970, la Coppa dei Campioni nel 1965, le Coppe Intercontinentali nel 1964 e 1965 con l’Inter di Helenio Herrera, e lo storico Scudetto del 1970 con il Cagliari. Con la Nazionale italiana, conquistò l’Europeo del 1968 a Roma e raggiunse la finale del Mondiale del 1970, persa contro il Brasile. Domenghini, cresciuto nel Verdello e lanciato nel calcio che conta da Ferruccio Valcareggi, è ricordato per la sua fame di ex ragazzo povero e per la sua capacità di segnare in modi diversi, con un totale di 27 gol in 83 partite con la maglia nerazzurra. È considerato, insieme a Roberto Donadoni, il giocatore bergamasco più forte e vincente di sempre.
Giuseppe Compagno: dal vivaio alla Coppa delle Coppe
Passando a un’altra fase della storia atalantina, Giuseppe Compagno ha rappresentato il club tra la fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90. Cresciuto nel vivaio nerazzurro dopo un’esperienza a Palermo, Compagno si distinse vincendo il Trofeo Dossena nel 1987 sotto la guida di Giuseppe Cadè. Il suo esordio in Serie A avvenne il 2 novembre 1986. In poco più di tre stagioni, tra Serie A e cadetteria, collezionò 21 presenze e 3 reti, inclusa una doppietta ad Arezzo. La sua carriera con l’Atalanta include anche una presenza nella storica cavalcata in Coppa delle Coppe, precisamente il 20 aprile 1988, nella semifinale di ritorno contro il Malines, subentrando ad Andrea Icardi. Compagno, scudiero di Emiliano Mondonico, ha poi proseguito la sua carriera in diverse squadre italiane prima di tornare brevemente in nerazzurro per altre quattro apparizioni.
Carlos Alberto Bianchezi: il bomber degli anni ’90
Gli anni ’90 videro l’arrivo di Carlos Alberto Bianchezi, noto come Careca Bianchezi o Careca III, un attaccante brasiliano strappato al Palmeiras. Nella sua unica stagione bergamasca, fu il capocannoniere della squadra con otto reti in 33 presenze, formando una coppia d’attacco con Claudio Paul Caniggia. Bianchezi, di origini italiane, si fece notare per il suo stile di gioco e per i suoi baffi caratteristici. Nonostante un rapporto altalenante con i calci di rigore, come quello sbagliato contro il Milan il 6 ottobre 1991, fu decisivo dal dischetto il 19 gennaio 1992 contro l’Inter, un gol che portò all’addio di Corrado Orrico. Dimostrò la sua predilezione per l’attimo fuggente segnando in tre trasferte vittoriose consecutive nel 1991: il 29 settembre a Cremona, il 20 ottobre contro la Sampdoria (con un assist per Caniggia) e il 3 novembre contro il Genoa. Bianchezi, che ha anche conquistato l’argento nella Copa America del 1991 con il Brasile, ha concluso la sua carriera a 33 anni al Monterrey.