Atalanta: omaggio al capitano storico, 'il mondo' di bergamo

Daniele Belotti, tifoso-scrittore della Dea: “Una fede che si tramanda”

Daniele Belotti, figura storica del tifo atalantino, racconta la sua passione generazionale per la Dea, la storia della Curva pulita e solidale, e l’importanza di tramandare l’identità nerazzurra, tra aneddoti e prospettive future.

Daniele Belotti, figura emblematica del mondo atalantino, ha recentemente condiviso le sue profonde riflessioni sulla Dea, offrendo uno spaccato autentico di una passione che trascende il semplice tifo. Autore di una collana di libri che narrano decenni di storia nerazzurra e punto di riferimento nei rapporti tra tifoseria e istituzioni, Belotti incarna un legame viscerale con la squadra e la città di Bergamo. Le sue parole, intrise di memoria e militanza, delineano un’identità unica, fatta di tradizione, impegno e un senso di appartenenza che si rinnova di generazione in generazione.

Una passione che si tramanda di generazione in generazione

Il percorso di Daniele Belotti nel mondo atalantino affonda le radici nell’infanzia, un viaggio iniziato a soli sette anni: il tifoso lo ripercorre in una chiacchierata con TuttoAtalanta. “La passione per l’Atalanta è un legame che si eredita, un filo nerazzurro che unisce le generazioni,” ha affermato Belotti. “Ho iniziato a sette anni, accompagnato da mia madre, e oggi mia figlia Beatrice porta avanti questa tradizione con il suo quindicesimo abbonamento.” Un’eredità che si manifesta anche nei ricordi della sua prima volta in Curva Sud, in occasione di un Atalanta-Catania terminato in parità, l’inizio di un percorso che lo ha portato a sottoscrivere il cinquantesimo abbonamento consecutivo.

L’epopea delle trasferte e la storia della Curva

Le trasferte rappresentano un capitolo fondamentale nella vita di un tifoso atalantino, come raccontato da Belotti. “Le trasferte, specialmente negli anni ’80 e ’90, erano vere e proprie avventure, non solo partite. Ricordo viaggi di più giorni, come quelli a Lecce e Bari,” ha confidato. Un’esperienza arricchita dalle leggendarie trasferte in moto, dalla prima a Brescia nel 1987, passando per Como nel 1989, dove ha incontrato sua moglie, fino all’ultima a Cremona nell’aprile 2023, che ha visto la partecipazione di circa cinquecento motociclisti. Questi viaggi, spesso caratterizzati da un’atmosfera goliardica e un forte senso di comunità, hanno contribuito a forgiare l’identità del tifo nerazzurro.

“Atalanta Folle Amore Nostro”: un’opera per i tifosi

Il progetto editoriale “Atalanta Folle Amore Nostro” nasce dalla volontà di documentare la storia della tifoseria, a partire dal 12 dicembre 1971, data di fondazione degli Atalanta Commandos. “Il progetto ‘Atalanta Folle Amore Nostro’ è nato per raccontare la storia della nostra Curva, a partire dal 12 dicembre 1971 con gli Atalanta Commandos,” ha spiegato Belotti. “Non è solo la storia della squadra, ma quella di migliaia di tifosi, di intere generazioni che si sono riconosciute in quei colori. È un’opera unica, apprezzata anche all’estero, che permette a chiunque di rivivere la propria passione attraverso i volumi.” La collana ha riscosso successo internazionale, con millecinquecento copie vendute in Germania, oltre che in Francia e Austria, diventando un punto di riferimento per i collezionisti e un esempio di come la storia di una tifoseria possa essere narrata con profondità.

L’identità della Curva: pulita e solidale

Belotti ha sottolineato con forza la peculiarità della Curva dell’Atalanta, distinguendola da altre realtà calcistiche. “La Curva dell’Atalanta, pur con i suoi disordini, ha una storia di 54 anni senza mai aver avuto infiltrazioni criminali o logiche di business. Anzi, abbiamo sempre raccolto fondi per beneficenza,” ha dichiarato. Questa integrità, che lo ha visto affrontare e vincere sei anni di processi, culminati con l’assoluzione definitiva in Cassazione, è un pilastro dell’identità nerazzurra. A differenza di altre piazze, dove si speculava sui biglietti, a Bergamo si creava una cassa comune per rendere le trasferte accessibili a tutti, dimostrando un approccio comunitario e solidale.

Tramandare la fede nerazzurra e i simboli dell’Atalanta

La fama internazionale della Curva dell’Atalanta, spesso più conosciuta della squadra stessa prima dell’era Gasperini, spinge Belotti a proporre l’uso della sua collana nelle scuole elementari. “Credo sia fondamentale usare questa storia come strumento didattico nelle scuole, per trasmettere ai più giovani l’identità nerazzurra,” ha affermato. “In un mondo dove la concorrenza dei grandi club globali è forte, è essenziale che la fede atalantina continui a essere tramandata di padre in figlio, per non perdere un pezzo della nostra terra.” Tra i personaggi che per lui incarnano lo spirito atalantino, Belotti ha menzionato Cristian Raimondi, il tifoso che ha realizzato il sogno di giocare per la sua squadra, e Marten De Roon, diventato simbolo di attaccamento viscerale. Tra gli allenatori, Emiliano Mondonico, per le emozioni uniche regalate prima di Gasperini, e tra i tifosi, il “Bocia”, per l’anima messa al servizio dell’Atalanta.

Il futuro e le nuove sfide

In vista del 118° anniversario di fondazione dell’Atalanta, il 17 ottobre sarà svelata una statua di marmo alta due metri che riproduce la Coppa di Europa League, un progetto unico in Italia. “Siamo stati viziati dai successi recenti, ma chi come me ha vissuto anche la Serie C sa che queste emozioni superano ogni aspettativa,” ha commentato Belotti. “Non dureranno per sempre, ma intanto le abbiamo vissute e celebrate.” Riguardo alle prossime sfide, Belotti si mostra ottimista: “Per la prossima sfida europea, sono ottimista per un pareggio a Parigi, dove sarò presente con mia figlia. E in campionato, contro il Lecce, la vittoria è un imperativo.” Un’affermazione che riflette l’eterno spirito combattivo e la speranza che animano il cuore nerazzurro.