Il settore giovanile dell’Atalanta continua a produrre talenti che si affermano nel panorama calcistico internazionale. L’ultimo esempio è Samuele Inácio, fantasista classe 2008 che, dopo un decennio trascorso nel vivaio nerazzurro, ha lasciato il segno al suo esordio nel Mondiale Under 18 in corso a Doha. Il suo percorso, che unisce il legame con Bergamo e l’eredità di famiglia, rappresenta un nuovo motivo di vanto per il club.
Un legame profondo con Bergamo e l’Atalanta
Nato a Bergamo il 2 aprile 2008, Samuele Inácio ha il calcio nel DNA. È figlio di João Batista Inácio, noto come Piá, ex ala che ha vestito la maglia dell’Atalanta a inizio degli anni Duemila. La passione per il pallone è nata osservando le gesta del padre, un’emozione che lo ha spinto a muovere i primi passi nel Marigolda, la squadra del suo paese. Successivamente è entrato nel settore giovanile dell’Atalanta, dove ha militato per dieci stagioni, affinando la sua tecnica prima del suo trasferimento al Borussia Dortmund nell’estate del 2024. Un percorso che testimonia la qualità della formazione ricevuta nel centro sportivo di Zingonia, sulle orme di un padre che ha lasciato il segno con i colori nerazzurri.
Dal vivaio nerazzurro al palcoscenico mondiale
Il talento di Inácio è esploso sulla scena internazionale durante la partita d’esordio dell’Italia Under 18 contro il Qatar. Al minuto 19, ha sbloccato una gara complessa con un destro preciso, realizzando il gol che è valso la vittoria per 1-0 e la nomina a migliore in campo da parte della FIFA. Questa prestazione si aggiunge a un altro importante traguardo raggiunto a maggio, quando è diventato il primo calciatore italiano a vincere la classifica marcatori della fase finale dell’Europeo Under 17, con 5 reti in 4 partite. Ispirandosi a Neymar per la tecnica e al compagno di squadra Guirassy per la concretezza, Inácio sta dimostrando di essere più di una promessa, confermando la bontà del lavoro svolto dall’Atalanta nel coltivare i suoi giovani talenti.




