A distanza di tempo dal suo trasferimento in Arabia Saudita, l’ex attaccante dell’Atalanta, Mateo Retegui, è tornato a parlare del suo addio al club nerazzurro. In un’intervista concessa a Sportitalia, l’italo-argentino ha svelato le emozioni contrastanti che hanno accompagnato la sua decisione: da un lato il profondo legame con l’ambiente bergamasco, dall’altro un’offerta irrinunciabile che lo ha proiettato in una nuova realtà calcistica e di vita.
Un legame speciale con Bergamo
Le parole di Retegui rivelano un affetto sincero per la sua ex squadra e per la città. L’attaccante ha descritto la sua partenza come una scelta sofferta, sottolineando come a Bergamo si sia sentito apprezzato e speciale. “Lasciare l’Atalanta è stato difficile”, ha ammesso, evidenziando il rapporto speciale costruito con compagni, staff e tifosi. Questa forte connessione emotiva, come emerge dalle sue dichiarazioni, ha reso la decisione di lasciare un passo particolarmente complicato, al punto da confessare che gli “sarebbe piaciuto poter rimanere all’Atalanta”.
La corte araba e il nuovo progetto
Se il cuore suggeriva di restare, la proposta dell’Al-Qadsiah si è rivelata decisiva. Come spiegato nell’intervista non si è trattato solo di un’offerta economica vantaggiosa, che ha portato nelle casse dell’Atalanta quasi 70 milioni di euro. L’allenatore e il direttore sportivo del club arabo hanno contattato personalmente il giocatore, facendolo sentire “molto desiderato” e “al centro di tutto”. Prima di accettare, Retegui si è consultato con amici che già giocavano nella Saudi Pro League, ricevendo rassicurazioni su un campionato che ha definito “in costante crescita” e a cui ora è orgoglioso di contribuire.




