Retegui, l’Arabia tenta l’Atalanta con 60 milioni

L’Al-Qadsiah offre fino a 60 milioni per Retegui, mettendo l’Atalanta e il bomber di fronte a una scelta cruciale tra petrodollari e futuro europeo. Un bivio che potrebbe ridefinire il mercato nerazzurro.

Il panorama calcistico europeo continua a essere scosso dall’irresistibile ascesa dei petrodollari sauditi, e questa volta il bersaglio è uno dei pilastri dell’attacco dell’Atalanta: Mateo Retegui. L’attaccante italo-argentino, arrivato a Bergamo circa un anno fa, si trova al centro di una trattativa che potrebbe ridefinire il suo futuro e le strategie di mercato della Dea. L’Al-Qadsiah, club della Saudi Pro League, ha messo sul piatto un’offerta economica di proporzioni considerevoli, spingendo la società bergamasca e il giocatore stesso a riflettere su un bivio che unisce ambizioni sportive e opportunità finanziarie senza precedenti.

L’offerta saudita e la valutazione dell’Atalanta

L’Al-Qadsiah ha mostrato un interesse concreto e crescente per Mateo Retegui, formulando proposte economiche sempre più allettanti. Dopo un primo approccio da 40 milioni di euro, l’offerta è salita a 50 milioni, con la concreta possibilità di raggiungere i 60 milioni, bonus inclusi. Questa cifra si avvicina notevolmente alla valutazione che i dirigenti nerazzurri avrebbero stabilito per il loro centravanti. Considerando che l’Atalanta ha investito circa 20 milioni di euro per acquisire Retegui un anno fa, un guadagno triplicato in un lasso di tempo così breve rappresenta un’opportunità di mercato difficile da ignorare. Nonostante la resistenza iniziale, la Dea potrebbe aprire alla cessione qualora l’offerta ufficiale raggiungesse la soglia dei 60 milioni, pronta a reinvestire il capitale per rafforzare ulteriormente la rosa.

Il bivio di Retegui

Per Mateo Retegui, la proposta proveniente dall’Arabia Saudita è ancora più allettante sul piano personale. L’Al-Qadsiah è pronto a offrirgli un contratto triennale con uno stipendio che oscillerebbe tra i 12 e i 20 milioni di euro a stagione, una cifra che decuplicherebbe il suo attuale ingaggio e gli permetterebbe di assicurare il futuro finanziario per diverse generazioni. Tuttavia, a soli 26 anni, Retegui si trova di fronte a una scelta cruciale: accettare significherebbe trasferirsi in una squadra di seconda fascia della Saudi Pro League, con sede a Khobar, lontano dai riflettori del grande calcio europeo. Questa mossa potrebbe comportare il rischio di uscire dai radar della Nazionale italiana e compromettere la sua partecipazione ai prossimi Mondiali, in un ruolo, quello del centravanti, dove l’Italia non abbonda di alternative di alto livello. Nonostante la tentazione economica, le indiscrezioni suggeriscono che l’attaccante italo-argentino non sia ancora pienamente convinto di lasciare l’Europa.

La strategia della Dea

Nel caso in cui l’offerta dell’Al-Qadsiah per Mateo Retegui si concretizzasse ufficialmente a 60 milioni di euro, l’Atalanta si troverebbe nella posizione di dover agire rapidamente sul mercato per trovare un sostituto all’altezza. La dirigenza nerazzurra ha già individuato alcuni nomi caldi per il ruolo di centravanti, tra cui spiccano Gianluca Scamacca e Giacomo Raspadori. Questi profili rappresenterebbero opzioni valide per mantenere alto il livello del reparto offensivo, garantendo al contempo un reinvestimento oculato dei proventi derivanti dalla potenziale cessione di Retegui. La permanenza a Bergamo, seppur con un adeguamento dell’ingaggio lontano dai livelli sauditi, rimane un’opzione non del tutto esclusa, ma la decisione finale spetterà al giocatore, che dovrà bilanciare l’opportunità di un guadagno economico straordinario con la visibilità e le ambizioni di carriera nel calcio europeo.