L’Atalanta si trova di fronte a un complesso rompicapo in vista della prossima UEFA Champions League. Al centro delle discussioni e delle voci di corridoio c’è il nome di Marco Sportiello, portiere 33enne rientrato dal prestito al Milan, il cui potenziale ritorno a Bergamo non sarebbe solo un gesto romantico, ma una vera e propria necessità tattica e burocratica. La Dea, infatti, deve fare i conti con le stringenti normative UEFA per la compilazione della lista dei giocatori. Regole che differiscono significativamente da quelle del campionato italiano e che rischiano di limitare le opzioni di mercato per rinforzare la rosa. L’operazione Sportiello emerge come una soluzione pratica ed economica per garantire alla squadra la flessibilità necessaria ad affrontare al meglio la massima competizione europea.
Le sfide della lista UEFA per l’Atalanta
La compilazione della lista UEFA per la Champions League presenta per l’Atalanta ostacoli non indifferenti, a causa di regolamenti più rigidi rispetto a quelli della Serie A. Alcuni elementi chiave della rosa nerazzurra, pur essendo giovani e promettenti, non rientrano nelle agevolazioni previste per gli “under” o per i giocatori “cresciuti nel club” a livello internazionale. Marco Carnesecchi, ad esempio, ha trascorso solo due anni nel vivaio atalantino, insufficienti per essere considerato “formato nel club” secondo i criteri UEFA. Analogamente, Ibrahim Sulemana e Honest Ahanor, nonostante la loro giovanissima età, occupano posizioni nella categoria dei giocatori “liberi”, quella più affollata e con slot limitati. Questa situazione riduce drasticamente gli spazi disponibili per i nuovi acquisti, rendendo impellente la necessità di inserire almeno un altro portiere e un centravanti titolare, senza compromettere l’equilibrio della rosa. La gestione di questi slot diventa cruciale per le ambizioni europee del club.
Sportiello: la chiave per sbloccare il mercato
In questo scenario complesso Sportiello emerge come la soluzione ideale per l’Atalanta. Il portiere, cresciuto proprio nel settore giovanile di Zingonia, permetterebbe al club di sfruttare uno slot nella speciale categoria dei “formati nel club” secondo i criteri UEFA. Attualmente, in questa lista figurano solo Francesco Rossi, Giorgio Scalvini e, potenzialmente, Andrea Bonfanti. Il ritorno di Sportiello, quindi, non andrebbe a occupare uno dei preziosi posti tra i giocatori “liberi”, lasciando così spazio vitale per un ulteriore nuovo acquisto. Questa mossa strategica non solo risolverebbe il problema del vice Carnesecchi, ma libererebbe uno slot decisivo per un colpo di mercato di maggiore impatto, come l’arrivo di un centravanti titolare o di un rinforzo per la difesa o le corsie esterne. Ecco l’importanza dell’operazione Sportiello.
Sovrannumero di italiani e necessità di nuovi innesti
Oltre alle problematiche legate ai criteri di formazione UEFA, l’Atalanta si trova paradossalmente con un eccesso di giocatori italiani rispetto agli slot disponibili per i “cresciuti in Italia”. Nomi come Scamacca, Maldini, Brescianini, Bellanova e Zappacosta, pur essendo risorse importanti, superano i quattro slot previsti per questa categoria. Ciò significa che uno di questi giocatori dovrà essere inserito obbligatoriamente tra i “liberi”, creando un ulteriore vincolo per l’inserimento di nuovi arrivi. La partenza di Retegui ha momentaneamente liberato un posto nella lista UEFA, portando il numero di slot occupati a 15 su 17 disponibili. Tuttavia, la certezza di dover inserire un nuovo portiere e almeno un attaccante titolare mantiene la situazione critica.