In un momento di profonda commozione e orgoglio, Clara Mondonico, figlia del compianto Emiliano, ha condiviso un ritratto intimo e toccante del padre. L’occasione è stata la settima edizione del Trofeo a lui dedicato, un evento che ogni anno celebra la memoria di una figura indimenticabile per il calcio italiano e, in particolare, per l’Atalanta. Le sue parole, cariche di affetto, hanno dipinto l’immagine di un uomo la cui grandezza andava ben oltre i successi sportivi, radicandosi nella sua autenticità e umanità.
Clara ha descritto il padre come un uomo che “non ha mai cercato i riflettori, preferendo la genuinità della vita quotidiana a qualsiasi forma di ostentazione“. Ha sottolineato come Emiliano Mondonico fosse una persona che non si è mai snaturata, rimanendo sempre fedele a se stesso, sia sul campo che nella vita privata. Questa coerenza, ha spiegato, è stata una delle sue qualità più preziose, un tratto distintivo che lo ha reso speciale agli occhi di chi lo conosceva.
Lontano dalle pressioni del mondo del calcio, Mondonico amava la semplicità più pura. Clara ha evocato l’immagine di un uomo che, una volta dismessi i panni dell’allenatore, era semplicemente “un uomo tra gli uomini, con la sua semplicità e la sua autenticità a renderlo speciale“. Ha ricordato le sue abitudini quotidiane, come le passeggiate con i cani sotto la pioggia, vestito in modo informale, con stivali di gomma e tuta, un’immagine che lo legava indissolubilmente alla sua terra e alla sua gente, in particolare a Rivolta.
Per Clara, l’eredità lasciata dal padre non si misura solo in trofei o vittorie, ma in qualcosa di molto più profondo: i gesti autentici, i valori umani e la memoria condivisa. Ha evidenziato come Emiliano Mondonico sia stato amato e rispettato prima come persona e poi come tecnico, una testimonianza della sua capacità di toccare il cuore delle persone con la sua umanità.