In una recente intervista concessa a Panini Italia, il difensore dell’Inter Alessandro Bastoni ha ripercorso le tappe fondamentali della sua carriera, soffermandosi in particolare sul periodo formativo trascorso nel settore giovanile dell’Atalanta, che lo ha visto arrivare nel 2008 e andare via nel 2016.
Bastoni e gli anni a Bergamo
Bastoni non ha usato mezzi termini per descrivere l’accademia nerazzurra: “Favini (dirigente sportivo ed ex calciatore legato in passato alla Dea, ndr) è stato decisivo come tutto il percorso fatto all’Atalanta, il migliore vivaio in Italia e forse in Europa. Loro non guardavano la stazza ma badavano molto all’aspetto umano e alla tecnica; spesso e volentieri chi arriva a giocare a determinati livelli è perché ha uno spessore umano importante. Capita di rado vedere gente stupida dal punto di vista dell’atteggiamento. Quella cosa mi è rimasta particolarmente impressa”.
Il periodo buio
Il percorso di Bastoni a Bergamo non è stato però solo in discesa: “Mio padre? Ci sono stati momenti duri, quindi più che consigli tecnici dove immagino scherzasse perché ancora oggi mi dice che era più forte di me, lui mi è stato vicino nei tanti momenti bui. Per sei mesi all’Atalanta non giocavo più e mi ero stancato, lì è stato decisivo per farmi andare avanti. Questa è una cosa che gli devo“.




