In un evento ricco di emozioni e ricordi, Ivan Pelizzoli, ex portiere dell’Atalanta, ha condiviso la sua storia e le sue opinioni sul calcio moderno durante il Time Out Festival organizzato da HServizi. Moderato da Stefano Serpellini de L’Eco di Bergamo, l’incontro ha offerto uno sguardo intimo sulla carriera di Pelizzoli, dalla sua infanzia a Curno fino ai palcoscenici internazionali.
Un’infanzia nerazzurra
Pelizzoli ha iniziato la sua avventura calcistica come difensore, ma il destino lo ha portato tra i pali: “A undici anni sono approdato a Zingonia, anche se avrei preferito continuare con i miei amici in paese” ha raccontato, sottolineando l’importanza di Mino Favini e Raffaele Bonifaccio nel suo percorso di crescita.
Il sogno realizzato
Difendere la porta dell’Atalanta è stato un sogno d’infanzia per Pelizzoli, un sogno che ha realizzato con orgoglio: “È stato il mio sogno fin da bambino”, ha dichiarato, ricordando l’emozione della sua prima partita con la maglia nerazzurra.
L’addio e le esperienze all’estero di Pelizzoli
Il trasferimento alla Roma, seppur doloroso, è stato un passo inevitabile per Pelizzoli. “Fu una decisione della società per esigenze economiche”, ha spiegato, trovando però soddisfazione nell’essere voluto da Fabio Capello. La sua carriera lo ha poi portato in Russia, alla Lokomotiv Mosca, un’esperienza affascinante ma non priva di difficoltà.
Portieri a confronto
Pelizzoli ha offerto anche un’analisi tecnica del ruolo del portiere, evidenziando come sia cambiato nel tempo. “Chi considero il più forte in assoluto? Sicuramente Gianluigi Buffon. In Serie A, invece, oggi il migliore è Carnesecchi”, ha affermato, riconoscendo il talento del giovane portiere.