Samaden: “La cultura del risultato soffoca i giovani talenti”

Roberto Samaden lancia l’allarme: la cultura del risultato nei settori giovanili italiani sta soffocando i talenti. Serve una rivoluzione culturale per valorizzare la crescita dei giovani.

Nel panorama calcistico italiano, una voce si alza per denunciare una problematica sempre più pressante: la soffocante cultura del risultato che grava sui settori giovanili. Roberto Samaden, figura di spicco del vivaio dell’Atalanta, ha lanciato un allarme che risuona come un campanello d’allarme per l’intero movimento calcistico nazionale. Le sue parole, pronunciate ai microfoni di TMW, mettono in luce una verità scomoda: l’ossessione per la vittoria a tutti i costi sta compromettendo lo sviluppo dei talenti del futuro.

L’ossessione per il risultato: un freno alla crescita

Samaden non usa mezzi termini nel descrivere la situazione attuale: «Purtroppo, viviamo in un sistema che antepone la vittoria alla crescita dei ragazzi. Se per le prime squadre questo approccio è comprensibile, non può esserlo per le categorie giovanili, dove pensare solo al risultato può frenare lo sviluppo dei talenti».

Una rivoluzione culturale necessaria

Di fronte a questa criticità, Samaden invoca un cambiamento radicale: «Se avessi la formula magica sarei ricco, ma evidentemente non c’è una soluzione semplice. Occorre una valutazione profonda, che coinvolga tutto il sistema calcio. Non possiamo continuare con piccoli interventi isolati: dopo quindici anni di dibattiti inutili, dobbiamo cambiare radicalmente approccio».

L’importanza dell’ambiente

Il dirigente atalantino sottolinea come l’ambiente che circonda i giovani calciatori sia un fattore determinante: «In Italia si parla sempre e solo di ciò che succede sul campo, trascurando l’ambiente esterno. Invece il contesto in cui i ragazzi crescono è determinante. Un ambiente positivo e non esasperato dal risultato può aiutare davvero lo sviluppo dei nostri giovani, cosa che al momento non avviene».

L’esempio dell’Under 21

Samaden guarda all’Under 21 come un esempio da cui trarre spunti di riflessione: «La nostra Under 21 spesso schiera talenti che altrove sarebbero già protagonisti nella Nazionale maggiore. Noi, invece, li teniamo nel contesto ristretto della Primavera, rallentando inevitabilmente la loro maturazione. Dobbiamo avere il coraggio di anticipare l’ingresso nel calcio vero dei nostri ragazzi più promettenti».

La forza del modello Atalanta

Nonostante le difficoltà, Samaden evidenzia come l’Atalanta rappresenti un’eccezione virtuosa: «Qui abbiamo una società che crede profondamente nel settore giovanile, investendo risorse e attenzione costanti. Certo, sarà una stagione impegnativa, ma sappiamo di avere alle spalle un club che ci permette di lavorare nelle migliori condizioni possibili. Puntiamo sia sui risultati che sulla crescita personale e tecnica dei nostri giovani».