Il calciomercato si infiamma con una notizia che scuote l’ambiente dell’Atalanta e del calcio italiano. Mateo Retegui, attaccante della Dea, è al centro di un’operazione che lo vede prossimo al trasferimento all’Al-Qadsiah, club dell’Arabia Saudita.
Il ruolo chiave della famiglia e l’offerta saudita
La decisione di Mateo Retegui di accettare la proposta dell’Al-Qadsiah è stata fortemente influenzata dal pieno appoggio della sua famiglia. Le persone più vicine all’attaccante italo-argentino hanno espresso la loro completa disponibilità a un trasferimento immediato in Arabia Saudita, un fattore che ha notevolmente agevolato le negoziazioni. Questa intesa familiare ha spianato la strada a un accordo economico di notevole entità per il calciatore, che si appresta a firmare un contratto quadriennale con un ingaggio annuale di 16 milioni di euro, a cui si aggiungeranno ulteriori 3 milioni di euro in bonus.
La posizione irremovibile dell’Atalanta sul prezzo
Nonostante l’Atalanta non avesse alcuna urgenza economica o la necessità di cedere Mateo Retegui, il club bergamasco ha dimostrato una notevole fermezza nella trattativa. La Dea ha preteso e ottenuto la cifra esatta che aveva stabilito per il cartellino del suo attaccante, fissando il prezzo a quasi 70 milioni di euro. Per essere precisi, l’accordo si è chiuso su una somma di 66 milioni di euro, includendo anche il premio di solidarietà previsto dalle normative FIFA.
Il retroscena Milan e la valutazione di Retegui
Prima dell’irruzione dell’Al-Qadsiah, Mateo Retegui era un profilo attentamente monitorato anche in Italia, in particolare dal Milan. Il club rossonero aveva avviato contatti con l’entourage dell’attaccante, manifestando un concreto interesse per le sue qualità. Tuttavia, le discussioni non si sono mai avvicinate alla valutazione stabilita dall’Atalanta.