Nel panorama calcistico italiano, alcune storie rimangono impresse non solo per le gesta tecniche, ma per l’impronta emotiva che lasciano. Tra queste, spicca quella di Michelangelo Rampulla, portiere che ha saputo scrivere pagine indelebili, una delle quali proprio contro la nostra amata Atalanta. La sua carriera, costellata di successi e momenti iconici, ci riporta a un episodio che, pur non essendo una trattativa di mercato, è entrato di diritto nella leggenda del calcio e nel ricordo dei tifosi nerazzurri. Un percorso, quello di Rampulla, che da un piccolo paese lo ha portato a calcare i campi più prestigiosi, sempre con una filosofia di vita e di gioco ben definita, come raccontato in una intervista a Storie di Calcio, su TMW Radio.
Gli Inizi e la Filosofia di un Portiere Leggendario
Michelangelo Rampulla, originario di un piccolo centro di appena trecento abitanti, ha intrapreso il suo percorso nel mondo del calcio all’età di dodici anni, coltivando fin da subito un approccio sereno e gioioso al gioco. La sua visione del calcio come un divertimento, unita a una costante positività nella vita, ha caratterizzato l’intera sua carriera. “Nella vita ho sempre affrontato tutto con un sorriso, perché con questo, con una parola buona, si possa vivere una vita migliore,” ha dichiarato Rampulla, aggiungendo: “E così anche il calcio, che ho preso sempre con un gioco.” Il sogno di giocare in stadi come San Siro o l’Olimpico, inizialmente un’aspirazione quasi irrealizzabile per un ragazzo della sua provenienza, si è concretizzato grazie alla fiducia del padre e a un talento innato. Il suo esordio nel calcio professionistico avvenne nel 1980, in Serie B, con la maglia del Varese, squadra in cui si ritrovò titolare dopo sole due partite, grazie anche all’intuizione di Beppe Marotta. “Vorrei rivivere proprio tutti i momenti iniziali, il mio esordio in un campionato professionistico a Varese, in Serie B, perché giocai contro il Milan. Fu una cosa eccezionale,” ha ricordato il portiere. Dopo tre stagioni in Lombardia, Rampulla si trasferì al Cesena, sempre in Serie B, dove consolidò la sua posizione disputando settantatré incontri in tre campionati.
Il Gol Storico Contro l’Atalanta e l’Approdo alla Juventus
Il momento più iconico della carriera di Michelangelo Rampulla, e quello che lo lega indissolubilmente alla storia dell’Atalanta, si verificò il 23 febbraio 1992. In quella data, durante una partita di Serie A tra la Cremonese e i nerazzurri a Bergamo, Rampulla realizzò un gol di testa al secondo minuto di recupero, sugli sviluppi di un calcio di punizione, pareggiando l’incontro. Fu il primo portiere nella storia della Serie A a segnare su azione, un’impresa che lo consegnò alla leggenda. “Era un po’ che ci pensavo ad andare avanti e tentare di fare un gol. Non so cosa successe in realtà,” ha confessato Rampulla, spiegando di essersi ispirato a un tentativo di Pagliuca. “Si presentò l’occasione, quella della disperazione per ottenere il pari, ero a metà campo e mi proiettai in area avversaria, anche se il mister non voleva. Un difensore però mi disse di andare e che sarebbe rimasto lui dietro. Entrai in area, mi immaginavo di fare un colpo di testa ma non sapevo in realtà come fare. Fu una cosa istintiva, e segnai in quella mischia. Fu incredibile.” Dopo questo episodio memorabile, Rampulla realizzò un altro sogno: il passaggio alla Juventus, la squadra del cuore di famiglia. “Papà è sempre stato un grande tifoso bianconero, sono cresciuto con quei colori,” ha ammesso. L’opportunità si concretizzò anche grazie a Gianluca Vialli, con cui Rampulla aveva un legame di stima e amicizia fin dall’Under 21. “Nel sottopassaggio ci siamo abbracciati e mi disse ‘Vado alla Juve, vuoi venire con me? Allora ci metto una buona parola’,” ha rivelato Rampulla, ricordando l’ultima partita con la Cremonese.
L’Esperienza Bianconera e i Ricordi Indelebili
L’avventura di Michelangelo Rampulla alla Juventus, durata fino al 2002 come calciatore e proseguita poi come allenatore nelle giovanili, fu un periodo ricco di emozioni e successi. Il suo debutto da titolare con la maglia bianconera, al fianco di Roberto Baggio, è un ricordo vivido. “Fu una grande emozione, soprattutto la prima da titolare a Cagliari, al fianco di Roberto Baggio. Me la sono vissuta tutta quella sfida, ma anche gli anni successivi,” ha raccontato. Il culmine di questa esperienza fu la conquista del primo Scudetto nel 1995, un trionfo indimenticabile. “Il ricordo più bello è il primo Scudetto nel 1995 contro il Parma, fu una baraonda incredibile nel post, ma mi ricordo perfettamente quella sfida. Me la sono goduta tutta, fino in fondo. Era il sogno di un bambino tifoso. Fu il massimo,” ha affermato Rampulla. Non sono mancati, tuttavia, momenti difficili, come l’episodio di Perugia nel 2000, che costò lo Scudetto alla Juventus. “Non si doveva giocare. Non puoi aspettare più di un’ora negli spogliatoi. Dopo 15′ si doveva dire no,” ha commentato Rampulla, riflettendo sulle condizioni del campo e sulla pressione che gravava sulla squadra. Tra gli allenatori che hanno segnato la sua carriera, Rampulla ha menzionato con affetto Fascetti, che lo fece esordire a diciassette anni, e Marcello Lippi, con cui ha condiviso sei anni di grandi successi e un rapporto speciale, proseguito anche come collaboratore in Cina.