Le pagine di SportWeek, l’inserto de La Gazzetta dello Sport, hanno recentemente ospitato un ritratto affascinante di Antonio Percassi, figura emblematica del calcio italiano e presidente dell’Atalanta. All’interno della rubrica ‘Che figurina!’, curata da Gennaro Bovolenta, è emersa la storia di un uomo che ha saputo reinventarsi, passando da un campo di calcio a un impero imprenditoriale, per poi tornare al suo primo amore, la Dea, trasformandola in un modello di successo europeo. Le sue parole offrono uno spaccato intimo e rivelatore di un percorso straordinario.
Dalle giovanili nerazzurre al campo: un difensore con altre ambizioni
La carriera calcistica di Antonio Percassi prese il via nelle giovanili dell’Atalanta, un legame profondo che lo avrebbe accompagnato per tutta la vita. Il suo esordio in Serie B avvenne a soli 18 anni, segnando l’inizio di un percorso da difensore tenace, spesso descritto dalla stampa come ‘arcigno’. La sua prima apparizione in Serie A risale al 1972, in una sfida contro la Lazio di Chinaglia. Nonostante le 110 presenze collezionate tra i nerazzurri e una breve esperienza al Cesena, Percassi non si sentiva pienamente realizzato nel ruolo. «Non ero un calciatore di grande talento», ha confidato, «e mi stancai presto di un ruolo che, contro certi attaccanti, richiedeva solo un gioco fisico e ruvido. Decisi così di esplorare altre strade».
Il passaggio dal campo all’imprenditoria: un salto visionario
La determinazione che lo contraddistingueva in campo si rivelò presto una dote preziosa anche fuori. Percassi, già allora, mostrava una spiccata vocazione imprenditoriale. Con un sorriso, ha ricordato la reazione della madre alla vista del suo primo assegno da 700 mila lire, scherzosamente convinta che fosse frutto di un’azione illecita. Il vero punto di svolta arrivò con l’incontro con Luciano Benetton, che lo spinse ad aprire il negozio ‘Tomato’ a Bergamo. Fu il primo passo di un’avventura che lo avrebbe portato a costruire un impero: dall’abbigliamento alla cosmesi, dal settore immobiliare alla grande distribuzione, la sua holding Odissea oggi impiega circa 12 mila persone e vanta marchi affermati in tutta Europa.
L’Atalanta, il capolavoro di un presidente illuminato
Nonostante il successo imprenditoriale, l’Atalanta è rimasta il progetto più caro e ambizioso di Percassi. Da presidente, ha infuso nella Dea la stessa visione e passione che lo hanno guidato negli affari. Sotto la sua guida, con Gian Piero Gasperini in panchina, la squadra si è trasformata in un modello riconosciuto a livello europeo, capace di esprimere un calcio incantevole e di regalare a Bergamo stagioni memorabili. Se da calciatore ammetteva di non gradire l’obbligo di un gioco prettamente difensivo, da presidente ha dimostrato una capacità unica di ‘colpire nel segno’, sia sul campo che fuori. Oggi, Antonio Percassi è un simbolo di resilienza e successo, l’ex stopper è diventato il ‘padre’ della Dea e un imprenditore ammirato a livello internazionale.