Il dibattito sulle regole per gli allenatori dopo il caso Luis Enrique in Champions. E in Serie A?

Il dibattito sulle regole per gli allenatori dopo il caso Luis Enrique in Champions. E in Serie A?

Luis Enrique ha seguito il primo tempo di PSG-Atalanta dalla tribuna. L’episodio accende il dibattito sulle regole per gli allenatori. L’Italia è rigida, l’Europa più sfumata.

Nella prima giornata di Champions League è andato in scena un episodio insolito. Proprio durante la partita fra Paris Saint-Germain e Atalanta, il tecnico avversario Luis Enrique ha scelto di seguire la prima frazione di gioco dalla tribuna, per poi spostarsi regolarmente in panchina nel secondo tempo. La decisione, che ha destato curiosità, ha aperto un dibattito sulla prassi e sulla legittimità di tale comportamento nel calcio professionistico. Come stanno le cose in Italia? Andiamo a vedere.

Norme rigide

In Italia, il quadro normativo è ben definito e non lascia spazio a interpretazioni. L’articolo 66 delle NOIF (Norme Organizzative Interne della FIGC) stabilisce in modo inequivocabile l’obbligo per ogni squadra di avere un allenatore tesserato e abilitato presente in panchina durante le gare ufficiali. Le uniche eccezioni previste riguardano casi di squalifica, malattia o forza maggiore. La violazione di questa norma comporta sanzioni severe, come la sconfitta a tavolino per 0-3, a testimonianza dell’importanza attribuita alla figura del tecnico per la regolarità e la tutela del campionato. Questa regola, rivista nel 2019, mira a proteggere il ruolo degli allenatori e l’integrità delle competizioni.

Il contesto europeo: una prospettiva differente?

Spostando lo sguardo al contesto europeo, in particolare alle competizioni UEFA come la Champions League, la situazione si presenta con sfumature diverse. Sembra che il regolamento specifico della Champions non contenga un obbligo esplicito per l’allenatore di sedere in panchina. Tuttavia, le normative relative alle licenze potrebbero implicare tale requisito. Questa apparente discrepanza solleva interrogativi e lascia intendere che ogni caso venga valutato individualmente dagli organi competenti della UEFA, che analizzeranno il referto arbitrale per determinare eventuali azioni.