Recentemente, l’ex tecnico ha offerto la sua lucida analisi sulla parabola di Rasmus Højlund, il giovane centravanti danese che sta nuovamente incantando in Serie A. Le sue dichiarazioni, rilasciate su Sky Sport, gettano luce sul percorso di un attaccante che, dopo un periodo di appannamento, ha ritrovato la sua brillantezza, riaccendendo i riflettori sulle sue innate qualità.
Il talento grezzo sbocciato a Bergamo
Capello ha ricordato con chiarezza i primi passi di Højlund nel calcio italiano, quando vestiva la maglia dell’Atalanta. Il tecnico ha sottolineato come il giovane danese lo avesse colpito fin da subito per la sua “straordinaria velocità e la capacità di attaccare la profondità”, caratteristiche che lo rendevano già allora un elemento di spicco. A Bergamo, Højlund aveva mostrato lampi di un potenziale enorme, un attaccante moderno capace di unire fisicità e agilità, lasciando presagire una carriera di alto livello.
La parentesi inglese e la ricerca di sé
Il percorso di crescita di Højlund ha poi incontrato una fase di stallo durante la sua esperienza al Manchester United. Capello non ha esitato a definire quel periodo come uno “smarrimento”, un momento in cui il giovane attaccante “sbagliava troppo e ha fallito tante occasioni”. L’ambiente inglese, con le sue pressioni e le aspettative elevate, sembrava aver offuscato la lucidità e la concretezza che lo avevano contraddistinto, portandolo a perdere quella fiducia essenziale per un centravanti.
La rinascita partenopea di Højlund
Il ritorno in Italia, questa volta con la maglia del Napoli, ha segnato una svolta decisiva per Rasmus Højlund. Il centravanti danese ha ritrovato il sorriso e, soprattutto, il gol, come dimostrato dalla doppietta messa a segno contro lo Sporting Lisbona in Champions League. Capello ha espresso la sua soddisfazione nel rivederlo “in fiducia e in forma”, definendolo un “giocatore forte e coraggioso, pericoloso per gli avversari”. Per l’ex allenatore, il merito di questa rinascita è da attribuire al ritorno nel campionato italiano e alla fiducia ricevuta, elementi che hanno permesso a Højlund di ritrovare quell’equilibrio che lo rende un attaccante devastante.