L'eredità di Gasperini e il fallimento di Juric a Bergamo
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L’eredità di Gasperini e il fallimento di Juric a Bergamo

Scelto per raccogliere la pesante eredità dell’attuale tecnico della Roma, il croato ha fallito la sua missione a Bergamo. Analisi di un esonero arrivato dopo pochi mesi, tra tensioni e risultati deludenti.

L’avventura di Ivan Juric sulla panchina dell’Atalanta, iniziata nell’estate del 2025 con l’obiettivo di proseguire il percorso vincente di Gian Piero Gasperini, si è conclusa con un esonero il 10 novembre dello stesso anno. La scelta della società nerazzurra di affidarsi all’allievo per raccogliere l’eredità del maestro sembrava una decisione logica, ma il campo ha raccontato una realtà diversa, culminata in una separazione anticipata.

Juric e un modello di gioco non replicato

L’idea di portare a Bergamo un tecnico con una filosofia di gioco simile a quella di Gasperini, basata su pressing alto e marcature a uomo, non ha prodotto i frutti sperati. La squadra, abituata da anni al metodo del suo storico allenatore, ha faticato ad adattarsi a una versione del gioco percepita come più rigida e meno brillante. Le prestazioni altalenanti e i risultati che tardavano ad arrivare hanno creato un clima di tensione all’interno dello spogliatoio, rendendo inevitabile la decisione della società di interrompere il rapporto con il tecnico croato.

Il peso di un carattere inflessibile

L’esperienza di Juric a Bergamo si inserisce in un periodo complicato per l’allenatore, reduce da altre due parentesi negative con Roma e Southampton. Un elemento comune a questi fallimenti sembra essere il suo carattere spigoloso e poco incline al compromesso. Il suo calcio, che esige dedizione totale e disciplina ferrea, si è scontrato con le dinamiche di un gruppo che non è riuscito a seguirlo completamente. La frattura tra tecnico e squadra è diventata insanabile, portando a un esonero che chiude un capitolo breve e deludente per l’Atalanta e lascia Juric con un percorso professionale tutto da ricostruire.