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Costinha, la verità sul flop: “Mi dimezzai lo stipendio, ma la società mi mise ai margini”

Fu il colpo del centenario, ma giocò solo 54 minuti. Oggi Costinha compie 51 anni e l’occasione è buona per riscoprire una vecchia intervista in cui svelò i retroscena del suo fallimento a Bergamo.

Arrivato a Bergamo nel 2007 come il grande acquisto per celebrare il centenario del club, l’avventura di Costinha con la maglia dell’Atalanta si è trasformata in una delle più grandi delusioni nella storia della società. Con appena 54 minuti giocati in tre anni a fronte di un ingaggio da 750 mila euro a stagione, il centrocampista portoghese è rimasto un oggetto misterioso per i tifosi. In un’intervista rilasciata diverso tempo fa, l’ex giocatore ha fornito la sua versione dei fatti, delineando i contorni di un rapporto mai decollato con l’ambiente nerazzurro.

Il sogno italiano e la scelta di Bergamo

Costinha ha raccontato di aver fortemente desiderato il trasferimento in Italia, considerandolo l’ultimo treno per la Serie A a 31 anni. Per vestire la maglia dell’Atalanta, fortemente voluto dall’allora tecnico Delneri e dal presidente Ivan Ruggeri, il giocatore ha fatto importanti rinunce. “Il mio sogno era giocare in Italia”, ha spiegato, sottolineando di aver lasciato una posizione di prestigio all’Atletico Madrid, dove era capitano e aveva la prospettiva di un futuro da dirigente. “Mi sono dimezzato lo stipendio per giocare nell’Atalanta, non volevo essere l’ex campione che svernava”, ha aggiunto, rivelando di aver insistito con il club spagnolo per ottenere la rescissione e trasferirsi a Bergamo.

La rottura con il club e le accuse alla dirigenza

La situazione precipitò a causa di un infortunio e delle successive divergenze con la dirigenza. Secondo il racconto di Costinha, la sua lunga assenza dal campo non fu dovuta solo a problemi fisici. “Sì, potevo giocare. La dirigenza me l’avrebbe permesso solo se avessi abbassato ulteriormente l’ingaggio. Non ho voluto e ho sofferto le conseguenze”, ha affermato l’ex centrocampista. Ha poi aggiunto che il club non solo gli impediva di giocare, ma avrebbe anche parlato male di lui. Un altro episodio emblematico fu il mancato trasferimento all’Inter di Mourinho: “Rifiutarono uno scambio con Dacourt, probabilmente avrebbero perso la faccia”. L’epilogo della sua esperienza fu un gelido comunicato del club: “Risoluzione consensuale per Costinha. Ciao”, a testimonianza di un rapporto ormai logoro.