Fabio Castellano, centrocampista classe 1998 oggi in forza alla Folgore Caratese, ha ripercorso le tappe fondamentali della sua carriera in un’intervista rilasciata ai canali ufficiali del suo club. Un viaggio che parte da lontano, dal settore giovanile dell’Atalanta, un’esperienza che ha segnato profondamente la sua formazione umana e professionale.
L’esperienza a Zingonia
Per Castellano, il centro sportivo di Zingonia ha rappresentato molto più di un semplice campo di allenamento. “L’Atalanta è il numero uno in Italia per quanto riguarda il settore giovanile”, ha affermato il centrocampista, che ha trascorso quasi sedici anni con la maglia nerazzurra, dai Pulcini fino alla Primavera. Ha descritto quel periodo come una “vera e propria scuola di vita”, un luogo dove le persone trasmettono valori umani fondamentali prima ancora che competenze calcistiche. Secondo il giocatore, crescere in un ambiente simile apre scenari incredibili, come la possibilità di vestire la maglia della Nazionale giovanile e di confrontarsi con talenti destinati a calcare i campi della Serie A, rendendola un’esperienza totalizzante.
Da Bastoni al “maestro” Favini
Nel corso della sua lunga militanza nel vivaio atalantino, Castellano ha condiviso lo spogliatoio con numerosi talenti, tra cui Alessandro Bastoni. Il percorso del difensore dell’Inter e della Nazionale è, per Castellano, “l’esempio lampante del livello del settore giovanile dell’Atalanta”, capace di selezionare, crescere e lanciare i giovani nell’élite del calcio. “Alessandro è un ragazzo strepitoso e si merita tutto il successo che sta ottenendo”, ha dichiarato, ricordandolo come una persona solare. Un pensiero speciale è stato rivolto a una figura dirigenziale che ha lasciato un’impronta indelebile nel suo percorso: Mino Favini. “Per me, all’Atalanta, è stato come un secondo papà”, ha confessato Castellano, sottolineando l’importanza del ‘Maestro’ come punto di riferimento assoluto durante la sua crescita.
Dalla maglia azzurra all’incontro con Maresca
L’eccellenza del percorso formativo a Zingonia ha permesso a Castellano di approdare nelle nazionali giovanili, dall’Under 15 all’Under 19, dove ha giocato al fianco di campioni come Donnarumma, Locatelli e Cutrone. Un’esperienza che, a distanza di anni, definisce un ‘orgoglio immenso’. Una volta lasciato il mondo della Primavera, un altro incontro si è rivelato fondamentale per la sua evoluzione tattica: quello con Enzo Maresca durante la sua esperienza in Serie B con l’Ascoli. Sebbene non abbia trovato molto spazio in campo, il centrocampista ha sottolineato come l’attuale tecnico del Chelsea gli abbia ‘aperto la mente’, mostrandogli una visione del calcio completamente nuova e diversa da quella che aveva conosciuto fino a quel momento.




