Ilicic e l'Atalanta: dal sogno Champions al buio della depressione, la confessione del professore
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Ilicic e l’Atalanta: dal sogno Champions al buio della depressione, la confessione del professore

Josip Ilicic si è aperto in una lunga intervista, concessa due mesi fa: il rapporto con Gasperini, la magia di un’Atalanta da sogno, il buio della depressione e il rimpianto per un trofeo che non è mai arrivato.

In una lunga intervista concessa alla Gazzetta dello Sport due mesi fa, Josip Ilicic ha ripercorso le tappe fondamentali della sua carriera, con un focus particolare sul periodo trascorso a Bergamo. Dalla sua attuale esperienza al Koper, il fantasista sloveno ha aperto una finestra sui suoi anni in nerazzurro, un’epoca di calcio magico, di sogni sfiorati e di profonde difficoltà personali.

Gasperini, la telefonata che cambiò tutto e i ritiri massacranti

L’approdo di Ilicic all’Atalanta è legato a un retroscena di mercato che ha del clamoroso. Il giocatore aveva infatti un accordo con la Sampdoria, ma una telefonata di Gian Piero Gasperini cambiò le carte in tavola. “Vieni a giocare per me?”, gli chiese il tecnico. Nonostante l’impegno preso con i blucerchiati, l’intervento di Sartori spianò la strada verso Bergamo. Lì, Ilicic scoprì la durezza dei ritiri gasperiniani: un’esperienza fisicamente estrema, con gambe pulsanti, stanchezza e la sensazione di vomitare tra una sessione e l’altra. Tuttavia, fu proprio quella preparazione a forgiare la mentalità della squadra, capace di dominare le partite per 90 minuti mentre gli avversari calavano. Anche le discussioni con l’allenatore, ammette, facevano parte di un rapporto intenso, quasi d’amore, che lo ha spinto a superare i propri limiti.

La magia di una squadra “da scudetto” e il rimpianto dei trofei

Quell’Atalanta, ricorda Ilicic, era pura magia. Un concetto rafforzato dalle parole di Paratici, che definì il loro attacco “da scudetto”. Con compagni come il Papu Gomez, Muriel e Pasalic, l’intesa era tale da poter “giocare a occhi chiusi e fare comunque gol”. Le vittorie memorabili, come i due gol ad Anfield o le “manite” a Milan e Parma, sono la testimonianza di una squadra diventata un modello nel calcio. Eppure, a quel gruppo è sempre mancato il sigillo di un trofeo. Il rammarico più grande resta la finale di Coppa Italia del 2019, segnata dall’episodio del presunto fallo di mano di Bastos. “Non ho mai visto Percassi così incazzato”, confessa Ilicic, ancora convinto che quell’episodio da rigore ed espulsione abbia deciso la partita.

Valencia, l’apice e l’inizio del buio

La notte di Valencia, con quattro gol segnati in Champions League, rappresenta il punto più alto della carriera di Ilicic, ma anche l’inizio di un periodo oscuro. “Saremmo arrivati in finale di Champions”, afferma con convinzione, se non fosse stato per lo stop imposto dal Covid e per la sua successiva depressione. Il giocatore ha raccontato la sofferenza di quei 42 giorni trascorsi a Bergamo da solo, lontano dalla famiglia, mentre il mondo si fermava e la città viveva il dramma delle bare trasportate dai camion. A questo si aggiunse il dolore per le false voci su un presunto tradimento della moglie, nate, a suo dire, solo per gettare fango su di lui nel momento più alto della sua carriera. Un periodo buio, aggravato dal trauma mai superato per la scomparsa di Davide Astori.

L’addio a Bergamo e l’amore dei tifosi

La fine della sua avventura con l’Atalanta non è stata una scelta di cuore, ma una resa fisica. I problemi ai tendini e le difficoltà nel gestire il peso non gli permettevano più di reggere i ritmi imposti dal gioco di Gasperini. Una condizione che lo portò a rifiutare un’offerta biennale dal Siviglia di Monchi. Nonostante la tristezza per l’addio, Ilicic ha sottolineato la gioia di essere tornato a casa dopo dodici anni. L’affetto del popolo atalantino non si è mai spento, come dimostrano i cori a lui dedicati durante Atalanta-Real Madrid del 2024, un gesto che sorprese persino Luka Modric. Un amore che lo ha commosso profondamente, facendogli capire l’impatto che ha avuto a Bergamo e che lo ha reso felice nel vedere i suoi ex compagni alzare l’Europa League nel 2024.