Dopo la sconfitta rimediata a Verona, l’Atalanta si trova a fare i conti con una prestazione sottotono, caratterizzata da lentezza e mancanza di intensità. In questo contesto, emerge la figura di Sead Kolasinac, il cui atteggiamento in campo rappresenta un modello da seguire per ritrovare la giusta determinazione.
Lo spirito indomito di Kolasinac
Rientrato da un infortunio, il difensore bosniaco ha immediatamente dimostrato di non essere tornato per fare da semplice comparsa. La sua tenacia e la sua capacità di adattamento lo rendono un punto di riferimento per la squadra. Contro il Verona, nonostante il risultato fosse ormai compromesso, Kolasinac ha continuato a lottare su ogni pallone, incarnando lo spirito di chi non si arrende mai. Un episodio emblematico è stato quando, nel tentativo di recuperare una palla, ha subito un calcio al volto, un gesto che simboleggia la sua volontà di gettare il cuore oltre l’ostacolo per dare un contributo alla squadra, anche in una situazione disperata.
L’esempio da cui ripartire
L’atteggiamento di Kolasinac, definito come espressione di una “working class” del calcio, è ciò da cui l’Atalanta deve ripartire. La sua fame e la sua dedizione sono le qualità che hanno sempre contraddistinto la squadra e che ora sembrano mancare. In un momento in cui la classifica e le voci di mercato potrebbero portare a un calo di concentrazione, l’esempio del difensore bosniaco serve da monito: per vincere le partite, talento e tecnica non bastano se non sono accompagnati da grinta e intensità. La Dea ha bisogno di ritrovare quello spirito combattivo per superare le difficoltà e tornare a essere costante nei risultati.
