L’Atalanta continua a essere protagonista nel calciomercato, con un occhio attento alle spese per i procuratori e alle strategie di rafforzamento della rosa. La società bergamasca, nota per la sua gestione oculata e per l’abilità nel valorizzare giovani talenti, si trova a dover bilanciare le spese con l’obiettivo di mantenere competitività in Serie A.
Spese per i procuratori: un investimento strategico
Negli ultimi anni, l’Atalanta ha investito cifre significative per i procuratori, una scelta che riflette la volontà di assicurarsi i migliori talenti sul mercato. Con un esborso complessivo di 81 milioni di euro in dieci anni, la società bergamasca si posiziona tra le più attente a questo aspetto del calciomercato. Questo investimento è visto come un modo per garantire la qualità della rosa e per mantenere il club competitivo ai massimi livelli.
Le cifre in Serie A
Nel 2024 le venti società di Serie A hanno complessivamente elargito agli agenti 226 mln di euro. Il primato precedente era costituito dai 220,2 mln di euro del 2023 che a loro volta avevano battuto il record fatto segnare nel 2022, ossia 205,7 mln di euro. Nell’ultimo triennio, i club di Serie A hanno sempre speso più di 200 mln di euro annui agli agenti per i loro servigi. Si tratta di 10 mln di euro a testa all’anno, un importo di non poco conto considerando che il fatturato complessivo della Serie A, plusvalenze escluse, fatica a raggiungere i 3 miliardi di euro annui. Per la settima volta nell’ultimo decennio, da quando cioè le norme per la trasparenza impongono alla Figc la pubblicazione delle somme pagate agli agenti in ciascun anno solare, la palma di spendacciona va alla Juventus: solo nel 2015, 2018 e nel 2021 era stata superata dall’Inter.