Enzo Baldini, storica voce Rai, su Juric all'Atalanta: "Non sempre l'allievo è più bravo"

L’ex Daniele Fortunato: “Juric ha un macigno sulle spalle. Va giudicato senza confronti con Gasp”

Daniele Fortunato, ex capitano Atalanta, analizza la Dea: dal passato glorioso alla sfida di Juric post-Gasperini, tra assenze pesanti e la ricerca di una nuova identità. Un’analisi profonda sul presente e futuro nerazzurro. La sua intervista.

Nel panorama calcistico bergamasco, le parole di Daniele Fortunato, ex nerazzurro negli anni ’80 e ’90, risuonano con l’eco di un’esperienza profonda e un amore incondizionato. In esclusiva a TuttoAtalanta.com, Fortunato ha offerto una lucida analisi sulla dimensione attuale dell’Atalanta, toccando aspetti cruciali della sua competitività e della gestione della rosa. Le sue riflessioni, cariche di storia e pragmatismo, offrono uno spaccato prezioso sulla squadra e sulle sfide che attendono il club, specialmente in relazione alla disponibilità di giocatori chiave.

Il legame con la Dea

Fortunato, figura storica dell’Atalanta, ha condiviso la sua profonda connessione con il club bergamasco: “Essere a Bergamo non è come in altre società. All’epoca eravamo una provinciale e chiamare così oggi Atalanta o Bologna fa effetto. Allora se un giocatore faceva bene veniva venduto subito, non c’erano alternative. Noi lottavamo per salvarci in A o risalire dalla B. Io sono arrivato due volte in B e siamo saliti subito in A. Oggi è diverso: l’Atalanta non si può più definire una provinciale”. Sul momento più bello in nerazzurro invece ha risposto così: “Potrei dire la finale di Coppa Italia con la Fiorentina o la semifinale di Coppa delle Coppe col Malines, ma in realtà dico Atalanta–Salernitana, ultima di Serie B nel giugno 1995. Annata travagliata, tanta contestazione, io capitano con grandi responsabilità. Avevamo due punti di vantaggio: se vinceva la Salernitana andavano loro in A. Erano forti e veloci, noi più esperti ma macchinosi. L’importante era non andare sotto. Per fortuna passammo in vantaggio, Ferron fece parate decisive e meritammo. Finì 2-1 per noi. L’emozione lì è stata inspiegabile”.

Il post-Gasperini e le sfide di Juric

Fortunato ha analizzato la situazione attuale dell’Atalanta, ponendo l’accento sulle difficoltà che qualsiasi tecnico avrebbe incontrato dopo l’era Gasperini. “Se giudichiamo sempre Juric con il confronto a Gasperini, non ne uscirà mai. Chiunque dopo Gasp avrebbe avuto difficoltà, come all’Inter dopo Mourinho. Io lo difendo, ma va detto che ha un macigno enorme sulle spalle”, ha dichiarato. Ha poi evidenziato l’impatto delle assenze di giocatori chiave sulla performance della squadra: “Juric si trova senza Lookman e Retegui, che insieme hanno fatto 40 gol. Adesso Lookman rientra, ma non è la stessa cosa.” Ha espresso preoccupazione per la prestazione contro il PSG, definendola “imbarazzante” e sottolineando come Juric porti “un macigno enorme sulle spalle.”

La dimensione attuale dell’Atalanta

Riguardo alla competitività attuale della Dea, Fortunato ha espresso una visione pragmatica. “La vedo meno competitiva. Può lottare per quarto–settimo posto, zona Coppe. Improbabile vederla seconda o terza”, ha affermato, pur riconoscendo che “ci sono almeno 12-13 squadre inferiori, quindi può stare lì”. Ha ribadito l’importanza dei giocatori chiave, paragonando l’assenza di Lookman e Retegui a quella di Lautaro e Thuram per l’Inter. Per quanto riguarda la leadership in campo, ha indicato il capitano Marten De Roon come figura fondamentale: “Il capitano, De Roon. Ha esperienza e mi sembra equilibrato. Nei momenti difficili sono le persone così che aiutano tutti, dando certezze”.

Aspettative per Torino-Atalanta

In vista della partita tra Torino e Atalanta, Fortunato ha espresso il desiderio di assistere a un incontro avvincente. “Spero sia una bella gara”, ha detto. Ha analizzato le motivazioni di entrambe le squadre: “Il Toro, dopo la vittoria a Roma, vorrà confermare. L’Atalanta, propensa a giocare, cercherà riscatto dopo la Champions”. Ha previsto una partita “aperta,” ma ha anche sollevato un’incognita legata alla pressione su Juric: “Se perdesse, Juric rischierebbe problemi e potrebbe optare per un approccio più chiuso. È un’incognita”.