Il 31 luglio si celebra un poker di compleanni che riaccende i riflettori su figure che, a vario titolo, hanno intrecciato il loro percorso con la storia dell’Atalanta. Da un portiere che ha difeso i pali nerazzurri per anni, a un terzino sinistro dalla breve ma intensa parentesi, passando per un mediano dal carattere indomito e un allenatore che ha vissuto un’esperienza complessa sulla panchina orobica, queste ricorrenze offrono l’occasione per ripercorrere momenti significativi del club bergamasco.
Ottorino Piotti: il portiere di un’epoca
Ottorino Piotti, portiere di grande valore, ha legato il suo nome all’Atalanta per un lungo periodo. Giunto a Bergamo nell’estate del 1984, all’età di trent’anni, ha contribuito a consolidare la squadra appena tornata nella massima serie dopo un quinquennio. Piotti ha difeso la porta nerazzurra fino al 1990, collezionando 159 presenze e subendo 150 reti, un dato notevole per una provinciale dell’epoca. La sua carriera atalantina lo ha visto succedere a Mirco Benevelli e Nello Malizia, per poi essere rimpiazzato da Fabrizio Ferron. Dopo l’esperienza bergamasca, ha concluso la sua carriera nel calcio giocato con il Genoa. Attualmente, Piotti risiede a Saronno e opera sia come procuratore che come osservatore nel mondo del calcio.
Andrea Poggi: una parentesi in difesa
Andrea Poggi, terzino sinistro, ha vestito la maglia dell’Atalanta per una mezza stagione nel 1994. Le sue 14 presenze in campionato, a cui si aggiungono un paio in Coppa Italia, hanno caratterizzato un periodo di transizione per il club, segnato dal passaggio di consegne tra Antonio Percassi e Ivan Ruggeri il 24 febbraio di quell’anno. Dopo l’esperienza nerazzurra, Poggi ha proseguito la sua carriera calcistica in diverse squadre, tra cui Torino, Reggiana e Cosenza, prima di appendere gli scarpini al chiodo a 32 anni con il Caerano San Marco. Successivamente, ha intrapreso la carriera di allenatore, guidando diverse squadre in provincia nel profondo Veneto, dopo una parentesi nelle giovanili del Torino. Un suo fugace ritorno nell’area tecnica si è registrato nel 2021-2022 con lo Stilo Monasterace in Calabria.
Diego De Ascentis: il mediano roccioso
Diego De Ascentis, mediano dal fisico imponente e dalla chioma bionda, ha lasciato un segno indelebile nel cuore dei tifosi atalantini per le sue tre stagioni in nerazzurro, dal 2007 al 2010. Cresciuto nelle giovanili del Como sotto la guida di Mino Favini e con un passato nel Milan, De Ascentis ha collezionato 74 presenze con la Dea. La sua unica rete personale è arrivata il 18 ottobre 2009 a Udine, in una partita in cui l’Atalanta era allenata da Antonio Conte. Prima di approdare a Bergamo, aveva militato in squadre come Bari, Livorno e Torino, vantando anche presenze nelle nazionali giovanili, inclusa la vittoria dei Giochi del Mediterraneo a Bari nel 1997 con l’Under 23. Oggi, De Ascentis è impegnato nella gestione di un ristorante nell’Alto Lario, a Lido di Lenno di Tremezzina, oltre a un’attività di noleggio barche, e si dedica al crossfit e ai viaggi in moto.
Antonio Conte: un’esperienza complessa in panchina
Antonio Conte, tecnico di fama internazionale, ha vissuto un’esperienza breve e travagliata sulla panchina dell’Atalanta nel 2010. Subentrato ad Angelo Gregucci, ha guidato la squadra per 13 partite, conquistando altrettanti punti in un momento difficile per il club, che lottava per evitare la retrocessione. La sua avventura bergamasca si è conclusa in modo inglorioso dopo la tredicesima partita, una sconfitta per due a zero contro il Napoli il giorno dell’Epifania 2010, culminata in un acceso confronto con la Curva Nord e un episodio spiacevole all’uscita dagli spogliatoi. Nonostante il suo addio forzato, Conte ha lasciato i soldi sul tavolo, un gesto che ha evidenziato la complessità della situazione. Dopo Bergamo, la sua carriera ha spiccato il volo, portandolo a successi con la Juventus, il Chelsea, Inter e Napoli, oltre a esperienze con la Nazionale e il Tottenham.