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El Aynaoui come Pasalic? La sfida tattica di Gasperini

L’ex tecnico dell’Atalanta sta provando a trasformare El Aynaoui in ciò che Pasalic è stato per i nerazzurri sotto la sua guida. Ma per ora i risultati stentano ad arrivare. Un’indagine sul potenziale e le sfide di un talento in cerca di affermazione.

Nel dinamico panorama del calcio moderno, l’Atalanta di Gian Piero Gasperini ha sempre dimostrato una straordinaria capacità di valorizzare talenti, trasformando giocatori in elementi chiave del suo scacchiere tattico. Un esempio lampante è Mario Pasalic, centrocampista polivalente divenuto un pilastro della Dea. Ora il percorso di crescita di un altro giocatore, Neil El Aynaoui, viene accostato proprio al modello Pasalic. Il talentino marocchino sembra rappresentare un archetipo di giocatore ideale per la filosofia di Gasperini.

El Aynaoui: un talento sotto esame nella capitale

L’arrivo di El Aynaoui alla Roma ha fatto parlare. Il giocatore è arrivato nella capitale dal Lens, formazione di Ligue 1, per una cifra vicina ai 25 milioni di euro. L’acquisto, nelle intenzioni della dirigenza giallorossa, doveva essere un colpo da copertina per il nuovo progetto. Tuttavia, l’impatto del centrocampista marocchino non è stato finora così dirompente come ci si attendeva. La pressione di una piazza esigente come Roma e il complesso processo di adattamento al calcio italiano sembrano aver condizionato i suoi primi mesi a Trigoria. Al Lens, El Aynaoui si era distinto come un centrocampista box-to-box, dinamico e prolifico, capace di infiammare il centrocampo con strappi e reti pesanti, come dimostrano gli 8 gol in 24 partite realizzati nella stagione precedente. Queste prestazioni avevano catturato l’attenzione di vari club europei.

Il modello Pasalic e la visione tattica di Gasperini

Il paragone tra El Aynaoui e Mario Pasalic non è casuale, ma affonda le radici nella filosofia di gioco di Gasperini. L’ex tecnico dell’Atalanta ha plasmato Pasalic in un “tuttofare” del centrocampo, un giocatore in grado di ricoprire più ruoli con eguale efficacia: difendere con abnegazione, costruire il gioco con intelligenza e finalizzare l’azione con precisione. Questa versatilità, unita a una notevole capacità di inserimento senza palla, ha reso il croato un elemento insostituibile nello scacchiere tattico nerazzurro. L’idea di modellare un giocatore come El Aynaoui secondo questi principi, trasformandolo in un centrocampista completo, capace di incidere in ogni fase del gioco, è un obiettivo ambizioso che riflette la ricerca di profili simili a quelli che hanno fatto la fortuna dell’Atalanta sotto la guida di Gasperini. È un tipo di giocatore che, per caratteristiche e potenziale, potrebbe teoricamente sposarsi bene con le esigenze di un calcio dinamico e propositivo.

Tra alti e bassi: la ricerca della quadra tattica

Nonostante il potenziale riconosciuto, El Aynaoui non ha ancora trovato la sua dimensione ideale nella Roma. Provato sia come trequartista che come mediano, il 24enne ha mostrato solo a sprazzi le qualità che lo avevano reso protagonista in Francia. Le sue prestazioni sono state altalenanti, con momenti di brillantezza seguiti da passaggi a vuoto. Un esempio è la partita contro il Nizza, dove nel secondo tempo ha mostrato lampi del giocatore ammirato al Lens, con inserimenti e presenza in area che hanno acceso una fiammella di speranza. Tuttavia, la successiva sfida contro il Lilla in Europa League ha evidenziato le difficoltà, con una prova incolore segnata da palloni persi e poca incisività. Un tiro ravvicinato salvato sulla linea non è bastato a riscattare una serata complessivamente sottotono, dimostrando quanto sia ancora lungo il percorso per raggiungere la continuità e l’impatto desiderati.

Il potenziale inespresso e le prospettive future

Il talento di El Aynaoui è innegabile, ma il cammino verso la piena espressione del suo potenziale è ancora in corso. La convocazione con la nazionale marocchina potrebbe offrirgli l’opportunità di ritrovare fiducia e continuità, elementi fondamentali per un giocatore in fase di adattamento. Al suo rientro a Trigoria, il lavoro proseguirà con l’obiettivo di integrarlo al meglio nei meccanismi della squadra, cercando di sbloccare quel “jolly di centrocampo” che finora ha stentato a concretizzarsi. I tifosi attendono di vedere il vero El Aynaoui, quello che in Ligue 1 faceva tremare le difese avversarie sia da mezzala che da trequartista. Il giudizio sul suo percorso rimane sospeso, in attesa che il marocchino riesca a sbocciare definitivamente e a dimostrare di poter essere quel “Pasalic” che il calcio italiano e la sua attuale squadra si aspettano.