L’ex centrocampista dell’Atalanta Jasmin Kurtic, in nerazzurro tra il 2015 e il 2018, ha recentemente offerto una prospettiva illuminante sul profondo impatto di Gian Piero Gasperini, il suo ex allenatore a Bergamo. Intervenendo ai microfoni di Tele Radio Stereo, Kurtic ha svelato i segreti dietro la trasformazione delle squadre sotto la guida del tecnico, fornendo un’analisi dettagliata del “metodo Gasperini” e della sua capacità di forgiare mentalità vincenti.
L’Atalanta di Gasperini: una macchina collettiva perfetta
Kurtic ha rievocato l’esperienza con l’Atalanta di Gasperini, descrivendola come un’entità collettiva impeccabile. Ha evidenziato come, nonostante una qualità tecnica individuale forse inferiore rispetto ad altre formazioni, la squadra bergamasca operasse con una sincronia quasi perfetta: “Noi avevamo meno qualità tecnica, ma eravamo una macchina perfetta dal punto di vista collettivo. Tutti si muovevano in sincronia: i centrali arrivavano in area a servire assist, i quinti si inserivano e chiudevano le azioni, ogni movimento era studiato nei dettagli”. Poi il paragone con la Roma, squadra oggi allenata da Gasperini: “La Roma ha più talento, ma deve ancora imparare a interpretare fino in fondo quel tipo di calcio, dove la squadra viene prima di tutto”.
L’”effetto Gasp”: crescita e mentalità vincente
L’ex nerazzurro ha poi approfondito il concetto del cosiddetto “effetto Gasp”. Ha spiegato che, nonostante le difficoltà iniziali e le sconfitte, il lavoro incessante e la disciplina imposti dall’allenatore portavano a una crescita esponenziale. “All’inizio perdevamo spesso, ma lavoravamo durissimo. Poi, dal sessantesimo in poi, volavamo. Gasperini ti costruisce come giocatore e come uomo. Dopo un po’ senti davvero di poter battere chiunque. È una questione di mentalità, di disciplina e fiducia nel lavoro quotidiano”, ha detto.
La persona
Infine, Kurtic si è soffermato sul descrivere Gasperini dal punto di vista personale: “Il mister è sempre stato lo stesso, un uomo di poche parole ma di grandissimo lavoro. Non ti parla molto, ma pretende che tu faccia esattamente ciò che ti chiede. È uno che ti sveglia, sa toccare le corde giuste e ti porta oltre i tuoi limiti. I suoi risultati non arrivano per caso: ogni giocatore sotto la sua guida sa cosa deve fare, si fida del compagno e del sistema. È questa la sua vera forza”.