Il ritorno di Charles De Ketelaere a Zingonia è avvolto da un’aura di rinnovata fiducia. Dopo aver brillato con la maglia del Belgio, il fantasista dell’Atalanta si prepara a riabbracciare il club nerazzurro con una positività ritrovata, alimentata da prestazioni che hanno riacceso l’entusiasmo e le aspettative.
De Ketelaere, la rinascita in nazionale e il ruolo chiave
La recente parentesi con la nazionale belga ha mostrato un Charles De Ketelaere in grande spolvero. Nella convincente vittoria per 6-0 contro il Kazakistan, il talento atalantino ha giocato l’intera partita, distinguendosi con due assist e partecipando attivamente a diverse azioni offensive. Schierato dal commissario tecnico Rudi Garcia nel ruolo di “falso nove”, una posizione già sperimentata con successo a Bergamo sotto la guida di Gasperini, De Ketelaere ha potuto esprimere al meglio la sua tecnica raffinata. Con giocatori del calibro di Doku, De Bruyne e Trossard a supporto, ha orchestrato giocate di alta classe, come il passaggio filtrante che ha spianato la strada al gol di De Bruyne e il velo che ha liberato Doku in ripartenza, dimostrando di essere il fulcro del gioco offensivo.
Le aspettative a Bergamo: un 2025 da sbloccare
Nonostante le brillanti prestazioni in nazionale, il rendimento di De Ketelaere con l’Atalanta nel 2025 non ha ancora raggiunto le vette sperate. Con sole tre reti ufficiali all’attivo, concentrate in partite dal risultato già definito – una doppietta contro il Monza e un gol allo Sturm Graz – il suo contributo offensivo è stato finora inferiore alle attese. In un momento in cui la squadra ha visto la partenza di Retegui e la situazione legata a Lookman, la necessità di un punto di riferimento in attacco è più pressante che mai. A Bergamo, gli addetti ai lavori e i tifosi si aspettano che il belga assuma un ruolo di maggiore incisività, trasformando la sua indubbia qualità in gol e assist decisivi.
Juric e la Dea: un leader tecnico indispensabile
A Zingonia, l’attesa per il “miglior De Ketelaere” è palpabile. Il tecnico Juric, in particolare, lo considera un elemento fondamentale, un vero e proprio leader tecnico capace di ridare brillantezza a un reparto offensivo che ha perso un giocatore da 25 reti come Retegui. La sua capacità di incidere non solo con la sua eleganza nel gioco, ma anche con la concretezza sotto porta, è vista come cruciale per le ambizioni della Dea.