Atalanta: Juric e l'eredità tattica per la Champions

Gianluca Savoldi: “Juric scelta logica, Pasalic sottovalutato”

Gianluca Savoldi, ex atalantino e figlio d’arte, offre una prospettiva unica sull’Atalanta. Dalla scelta di Juric alla valorizzazione di Pasalic, un’analisi profonda tra ambizione e radici, con uno sguardo al futuro e alle sfide europee.

Gianluca Savoldi, figura profondamente legata all’Atalanta e figlio del leggendario Beppe Savoldi, ha offerto una prospettiva esclusiva e ricca di spunti sul mondo nerazzurro. Cresciuto nel vivaio di Zingonia e con un passato da allenatore nel settore giovanile, Savoldi ha condiviso le sue riflessioni toccando temi cruciali come la scelta del nuovo tecnico, il valore di alcuni giocatori e le aspettative per la stagione in corso. Le sue parole, intrise di passione e conoscenza profonda del calcio, offrono una chiave di lettura autentica sull’identità e le ambizioni della Dea.

Le radici a Zingonia e l’eredità di Mino Favini

Savoldi ha espresso un profondo legame con il centro sportivo di Zingonia e con la figura di Mino Favini, che lo volle fortemente nel settore giovanile. Ha ricordato Favini come un grande estimatore e un conoscitore di calcio e metodologia, capace di valutare non solo le doti tecniche ma anche l’aspetto umano dei giovani calciatori, instaurando relazioni significative. I principi appresi nel vivaio atalantino sono stati numerosi e fondamentali per Savoldi, sebbene a volte riscontri una certa superficialità nel trasmetterli. Tra gli insegnamenti più preziosi, ha evidenziato l’importanza di comprendere la mentalità dei giocatori per poterli guidare efficacemente, insieme alla mentalità del lavoro e al senso del dovere, valori che ha sempre cercato di portare avanti.

Un percorso personale tra cognome illustre e scelte controcorrente

Gianluca Savoldi ha sempre cercato di affermarsi nel mondo del calcio con le proprie forze, distinguendosi dal peso di un cognome illustre. Ha ricordato come il confronto con il padre fosse una costante, un ‘macigno’ che lo accompagnava, ma ha sempre rifiutato di paragonarsi a una leggenda come Beppe Savoldi. L’umiltà, un valore fondamentale trasmesso dal padre, ha guidato le sue scelte, radicate in una famiglia di origini modeste. Ha raccontato di una discussione con il padre quando, pur sotto contratto con l’Atalanta, non fu convocato per il ritiro della prima squadra, optando per una scelta controcorrente. La sua decisione lo portò a Cecina, dove, sotto la guida di Bruno Caneo, ex collaboratore di Gasperini, visse un’esperienza positiva, realizzando tredici reti. Successivamente, nella stagione 2004/05, ha avuto modo di giocare sotto la guida di Gian Piero Gasperini al Crotone.

Gasperini: i primi segnali di un grande tecnico

L’esperienza con Gasperini al Crotone nella stagione 2004/05 ha lasciato un segno profondo in Savoldi. Pur non prevedendo che sarebbe diventato il tecnico della sua città, Savoldi ha riconosciuto fin da allora la stoffa di Gasperini, caratterizzato da idee originali e un approccio umile ma curioso. Ha notato come già all’epoca, con Domenico Borelli come preparatore atletico, i principi difensivi fossero simili a quelli che avrebbero contraddistinto l’Atalanta di Gasperini, nonostante si giocasse prevalentemente con una difesa a quattro.

Juric all’Atalanta: continuità e visione

Da tifoso cresciuto nella Curva Nord, Savoldi ha analizzato l’arrivo di Ivan Juric sulla panchina dell’Atalanta. Per lui, la scelta di Juric rappresenta la soluzione più logica per garantire continuità, evitando una rottura netta o una via di mezzo inefficace. Ha osservato che, sebbene Juric imprimerà il suo stile, l’Atalanta manterrà i principi di gioco precedenti, con modifiche più sui dettagli che sulla struttura. La sinergia con il direttore sportivo Tony D’Amico e il legame con Salvatore Bocchetti, ora nell’Atalanta U23, rafforzano questa visione di continuità e coesione all’interno del club. Savoldi ha definito Juric un grande allenatore, le cui capacità sono state ampiamente dimostrate.

Mario Pasalic: l’emblema dei valori atalantini

Gianluca Savoldi ha espresso una profonda stima per Mario Pasalic, definendolo il suo giocatore preferito e ritenendolo spesso sottovalutato per le sue qualità. Pasalic, con la sua eleganza e dedizione, incarna i valori di sacrificio e impegno che contraddistinguono la cultura bergamasca e atalantina. Savoldi lo considera un esempio, ricordando come, in un calcio sempre più chiacchierone, Pasalic rappresenti la concretezza e la dedizione, valori che dovrebbero essere sempre ricordati.

Ambizione e gratitudine: le aspettative per la Dea

Savoldi ha messo in guardia contro la tendenza a dare per scontati i successi, pur riconoscendo che l’Atalanta deve mantenere un’ambizione elevata per continuare a crescere. Ha riflettuto sulla stagione precedente, suggerendo che forse si sarebbe potuto ottenere un risultato ancora più significativo, pur consapevole della difficoltà intrinseca nel vincere trofei. Nonostante le sfide, ha sottolineato la vittoria dell’Europa League e la crescente reputazione internazionale del club, invitando a non accontentarsi ma anche a non cadere nella lamentela. Ha ricordato la figura del presidente Antonio Percassi, descrivendolo come una persona ambiziosa che già ai tempi della ‘banda Prandelli’ seguiva da vicino le giovanili.

La stagione in corso e le sfide future

Per Savoldi, è prematuro esprimere giudizi definitivi sulla stagione in corso, citando l’esempio dell’Inter per illustrare come le prime partite possano essere fuorvianti e come siano necessarie almeno quattro o cinque gare per una valutazione più accurata. Ha espresso gratitudine per l’andamento della stagione, notando che l’Atalanta mantiene i medesimi principi di gioco e il modulo tattico già visti in precedenza. Ha ammesso di aver notato una prestazione meno brillante contro il Pisa, attribuendola a una condizione fisica non ancora ottimale, pur riconoscendo la validità della proposta di gioco. Ha definito il sorteggio di Champions League estremamente difficile, in particolare la sfida contro il Paris Saint-Germain, considerata quasi ‘ingiocabile’ e in arrivo in un momento delicato.

Il futuro di Gianluca Savoldi nel calcio

Dopo quattro anni di successi alla guida della Primavera del Renate, Savoldi ha sentito la necessità di una pausa, ma ha ribadito la sua intenzione di tornare nel mondo del calcio, convinto che questo periodo di riflessione sarà proficuo. Per lui, il calcio è una vera e propria casa, e questa pausa rappresenta solo un momento di attesa per prendere la rincorsa verso nuove sfide.