Inacio Joelson, ex promessa del vivaio nerazzurro e oggi allenatore della Real Calepina in Serie D e dei giovani della Nembrese, ha recentemente condiviso le sue profonde riflessioni sull’evoluzione dell’Atalanta. Arrivato a Bergamo dal Brasile nel 1997, a soli 13 anni, Joelson ha vissuto in prima persona l’ambiente che lo ha formato, pur non avendo mai calcato il campo con la prima squadra atalantina. Le sue parole a TuttoAtalanta offrono uno sguardo lucido sul percorso della Dea, dalla lotta per la salvezza al ruolo di modello europeo, e sul delicato equilibrio tra l’ambizione di alto livello e lo sviluppo dei giovani talenti.
L’evoluzione nerazzurra e la sfida dei giovani
L’Atalanta ha compiuto un salto di qualità straordinario, trasformandosi da squadra che ambiva alla permanenza in Serie A a realtà consolidata nel panorama europeo. Questa crescita, se da un lato ha portato a risultati eccezionali, dall’altro ha reso più complesso il percorso dei giovani provenienti dal vivaio. Joelson, che ha visto il club cambiare radicalmente, osserva: “Il livello della prima squadra è cresciuto esponenzialmente. Un tempo era più semplice per un giovane della Primavera trovare spazio, oggi le aspettative sono diverse.” Nonostante le mutate condizioni, l’ex nerazzurro è convinto che il settore giovanile atalantino mantenga la sua eccellenza, ma le pressioni attuali richiedono una maggiore maturità e prontezza da parte dei ragazzi.
Juric e l’eredità pesante: fiducia e pazienza
Il timone dell’Atalanta è ora nelle mani di Juric, chiamato a raccogliere un’eredità significativa dopo l’era Gasperini, che ha rivoluzionato l’ambiente e portato a traguardi storici. Joelson sottolinea la complessità di questo compito, affermando: “Juric si trova di fronte a un’eredità significativa dopo l’era Gasperini, e per questo necessita di tempo e piena fiducia.” La partenza della stagione sarà cruciale per infondere coraggio, ma l’ex calciatore è certo che la scelta di Juric non sia casuale. La storia recente dell’Atalanta è costellata di giocatori che esplodono e poi lasciano il club, per essere sostituiti da nuovi talenti pronti a emergere. “È una costante nella storia dell’Atalanta: un talento emerge, poi si trasferisce, e un nuovo prospetto è pronto a farsi avanti,” commenta Joelson, evidenziando come la sostituzione di elementi chiave come Retegui e Lookman, autori di 15 e 25 gol in una stagione, richiederà tempo e pazienza per i nuovi arrivati, proprio come accaduto a Retegui stesso al suo arrivo.
Scommettere sui talenti: il caso Bernasconi
La fiducia nei giovani è un tema caro a Joelson, che si esprime positivamente sulla scelta di Juric di puntare su Bernasconi. “Se si crede in un giovane, è imperativo concedergli tempo e fiducia. Non è una singola prestazione, positiva o negativa, a definirne il percorso,” dichiara. Questa visione si scontra spesso con la realtà del calcio italiano, dove i giovani faticano a imporsi nei massimi campionati, a differenza di quanto accade all’estero. Joelson attribuisce questa differenza a una questione di mentalità: “All’estero, la meritocrazia prevale sull’età anagrafica: se un giocatore dimostra qualità, gioca.” Per i giovani, la responsabilità è un concetto chiave: a 20 anni, come a 40, un errore va riconosciuto e affrontato senza giustificazioni legate all’età.
La lezione del passato e la guida per il futuro
La carriera di Inacio Joelson è stata segnata da momenti difficili, inclusa un’inchiesta sulle scommesse, un’esperienza che oggi condivide apertamente con i ragazzi che allena. “Il mio passato è parte di me, e non intendo cancellarlo; al contrario, mi serve da monito per non commettere gli stessi errori,” confida. Questa trasparenza è un pilastro del suo approccio educativo, volto a far comprendere ai giovani i pericoli di certe scelte. Oggi, come allenatore, Joelson si dedica a trasmettere la sua passione e a far crescere l’autostima dei suoi allievi, un aspetto che considera la parte più gratificante del suo mestiere.
L’esordio in campionato: Atalanta-Pisa
In vista dell’esordio in campionato dell’Atalanta contro il Pisa, Joelson, che ha militato nel Pisa in Serie B nella stagione 2008-09, offre la sua prospettiva. “Pisa è una piazza straordinaria, con un calore dei tifosi che ricorda quello di Bergamo. Il ritorno in Serie A dopo 34 anni ha generato un entusiasmo palpabile,” afferma. Nonostante l’Atalanta parta favorita, l’ex nerazzurro avverte che l’esordio non sarà semplice, sottolineando come nel calcio nulla sia scontato, specialmente contro una squadra spinta da un tale entusiasmo.