La carriera di Giorgio Scalvini, giovane e promettente difensore dell’Atalanta, è stata finora caratterizzata da una preoccupante serie di problemi fisici. Il suo percorso professionale, infatti, è costellato di infortuni che ne stanno limitando l’impiego e la crescita, trasformando il suo enorme potenziale in una fonte di apprensione per il club e i tifosi.
Una cronologia di problemi fisici
Il culmine della sfortuna per il difensore è arrivato il 2 giugno, quando la rottura del legamento crociato sinistro durante la partita contro la Fiorentina gli ha precluso la partecipazione ai Campionati Europei. Quell’incontro, recupero della gara rinviata per la scomparsa del dirigente viola Joe Barone, suscitò polemiche sulla gestione dei titolari da parte di Gian Piero Gasperini. Ma i guai per Scalvini non si sono fermati lì. Il 29 gennaio, durante una trasferta di Champions League a Barcellona, ha subito una lussazione alla spalla sinistra che ha richiesto un intervento chirurgico di stabilizzazione, costringendolo a saltare ben 20 partite. Un numero che, sommato alle 17 gare mancate dopo l’infortunio al ginocchio, disegna il quadro di un atleta tanto talentuoso quanto fragile.
Dai guai muscolari ai dolori cronici
Oltre ai gravi infortuni, la carriera del quasi ventiduenne di Palazzolo sull’Oglio è segnata da una catena di problemi muscolari. Di recente, un risentimento all’adduttore destro ha riacceso i riflettori sulla sua condizione, un problema che sembra collegato a una precedente lesione fasciale allo stesso muscolo. A questo si aggiungono un risentimento al bicipite femorale sinistro e una lesione al flessore sinistro. Questa sequenza di acciacchi ha limitato drasticamente le sue apparizioni in campo, con appena cinque presenze nelle ultime sedici partite disputate dalla squadra. Anche andando indietro nel tempo, la sua storia clinica riporta gonalgie sporadiche e lombalgie, forse accentuate dalla sua notevole statura di quasi due metri. La speranza è che lo staff medico possa trovare una soluzione definitiva per permettere a Scalvini di esprimere con continuità tutto il suo valore.




