L'ex Dea Piccoli in Nazionale. I suoi primi tecnici: "Era un predestinato"
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L’ex Dea Piccoli in Nazionale. I suoi primi tecnici: “Era un predestinato”

Gli ex allenatori di Roberto Piccoli, Alfio e Gian Pietro Fiorona, raccontano il percorso del giovane attaccante dall’Atalanta alla Nazionale, tra orgoglio per la convocazione e ricordi del suo precoce talento.

Gli ex allenatori della Sorisolese, Alfio e Gian Pietro Fiorona, hanno recentemente condiviso le loro profonde emozioni e riflessioni riguardo alla convocazione di Roberto Piccoli nella Nazionale. Le loro dichiarazioni offrono uno sguardo intimo sul percorso del giovane attaccante, dalla sua formazione giovanile fino all’approdo nel calcio professionistico, con un focus particolare sul suo sviluppo all’interno del settore giovanile dell’Atalanta e il suo debutto in Serie A. Le parole dei suoi primi mentori rivelano un misto di orgoglio per i traguardi raggiunti e un legame indissolubile con le sue origini.

Il talento precoce e il legame con Sorisole

Il percorso di Roberto Piccoli è stato segnato da un talento precoce, evidente fin dai suoi primi anni sui campi di Sorisole. I suoi ex allenatori, Alfio e Gian Pietro Fiorona, ricordano un giovane atleta che già in tenera età mostrava doti fuori dal comune. “Già a 8-9 anni si distingueva per forza fisica e tecnica, segnando con facilità e destreggiandosi in tutti i ruoli”, hanno affermato, sottolineando come la sua determinazione e le sue capacità fossero già chiare. Questa combinazione di abilità fisiche e mentali lo ha reso un “predestinato”, un appellativo che ne ha accompagnato la crescita. Nonostante i successivi impegni nel calcio professionistico, Piccoli ha mantenuto un forte legame con la sua comunità d’origine, tornando regolarmente al campo della polisportiva di Sorisole per incontrare i giovani e firmare autografi, dimostrando un attaccamento alle sue radici che va oltre il successo sportivo.

La crescita nell’Atalanta e l’esordio in Serie A

Il talento di Piccoli non è passato inosservato, portandolo all’età di 13 anni a entrare nelle giovanili dell’Atalanta, un club rinomato per la sua capacità di sviluppare giovani promesse. Qui, ha completato l’intera trafila del settore giovanile, affinando le sue qualità e dimostrando il suo potenziale. La sua prolificità si è manifestata in particolare con la squadra Primavera, dove ha realizzato 25 gol in 40 partite, un dato che evidenzia la sua efficacia sotto porta. Questo rendimento eccezionale gli ha aperto le porte della prima squadra, e il 15 aprile 2019, sotto la guida di Gasperini, ha fatto il suo esordio in Serie A, segnando immediatamente contro il Torino. Questo debutto fulminante ha confermato le aspettative riposte in lui fin da bambino, segnando un momento significativo nella sua carriera.

Il percorso post-Atalanta e la gioia della Nazionale

Dopo l’esperienza iniziale con l’Atalanta, la carriera di Piccoli ha visto diversi prestiti a squadre come Spezia, Genoa, Verona, Empoli e Lecce, tappe che hanno contribuito alla sua crescita e maturazione calcistica. L’estate scorsa ha segnato un nuovo capitolo con il suo trasferimento alla Fiorentina, dove si trova ora a ricoprire un ruolo importante. La notizia della sua convocazione in Nazionale ha suscitato grande entusiasmo tra i suoi primi mentori. Alfio e Gian Pietro Fiorona hanno espresso un “doppio orgoglio” per questo traguardo, manifestando la speranza che possa fare il suo esordio con la maglia azzurra contro Israele. Sebbene abbiano ammesso un “pizzico di rimpianto” per la sua partenza dall’Atalanta, la gioia per la convocazione in Nazionale ha prevalso su ogni altro sentimento. Il loro desiderio più grande, come hanno concluso, è “rivederlo a Sorisole, per fargli i complimenti di persona”, un sogno che racchiude l’affetto e l’ammirazione per il loro ex allievo.