Alejandro “Papu” Gomez, indimenticato fantasista dell’Atalanta, è tornato a parlare dopo aver superato il periodo della squalifica per doping. In una recente intervista, l’argentino ha toccato temi personali e professionali, dalla sua nuova avventura con la maglia del Padova in Serie B fino alle difficoltà affrontate lontano dal campo, rivelando come molti rapporti si siano incrinati.
Il ritorno in campo e le delusioni personali
Dopo l’esordio con il Padova, prima da subentrante e poi da titolare, Gomez ha condiviso le sue sensazioni fisiche e mentali. “Sono contento, fisicamente mi sono sentito bene”, ha dichiarato, ammettendo però la paura di infortunarsi durante la sua prima apparizione. Il periodo della squalifica ha rappresentato un momento di profonda riflessione per l’ex nerazzurro, che ha scoperto un lato inaspettato delle sue relazioni interpersonali. “Qualcuno è sparito e non me l’aspettavo, ho capito tante cose”, ha confessato. La delusione più grande è arrivata quando ha capito che l’interesse nei suoi confronti era scemato: “Quando ho capito che il telefono ha smesso di squillare ho capito che c’era altro”. Nonostante ciò, ha sottolineato il grande affetto ricevuto dai tifosi, contrapposto a un mondo social che ha definito “finto” e stancante.
Il rifiuto alla Kings League e la voglia di continuare
Durante la sua assenza forzata, Gomez ha ricevuto proposte alternative, come quella della Kings League, che ha però rifiutato per non precludersi la possibilità di tornare nel calcio professionistico italiano. “Mi avrebbero pagato anche tanto, ma non faceva per me”, ha spiegato, come riportato nell’intervista che puoi leggere su TUTTOmercatoWEB. L’ex capitano dell’Atalanta ha anche rivelato di aver cercato un supporto psicologico per superare una fase molto delicata, sottolineando il ruolo fondamentale di sua moglie. Guardando al futuro, il ritiro non è un’opzione contemplata: “Vorrei giocare altri 3-4 anni, poi vedremo”.




