Il ritorno di Federico Peluso a Zingonia, questa volta nel ruolo di collaboratore tecnico al fianco di Raffaele Palladino, segna un ponte tra il passato e il presente dell’Atalanta. In un’intervista rilasciata a Bergamo TV, l’ex difensore ha offerto una visione approfondita del nuovo corso nerazzurro, illustrando i metodi e le filosofie che stanno guidando la squadra. Dalla gestione psicologica del gruppo al recupero di singoli talenti, fino a modifiche tattiche sostanziali, Peluso ha delineato un progetto basato su principi chiari e un forte legame umano.
Pochi concetti e fiducia: la filosofia del nuovo staff
Il metodo di lavoro introdotto da Palladino e dal suo staff si fonda su pochi ma solidi pilastri. Come spiegato da Peluso la priorità è stata restituire “autostima e serenità” a un gruppo che aveva smarrito un po’ di fiducia. L’approccio tattico si concentra su principi come l’occupazione intelligente degli spazi, l’attacco alla profondità e, soprattutto, la riconquista rapida del pallone con successiva verticalizzazione. Non si tratta di imporre schemi rigidi, ma di formare giocatori “pensanti”, capaci di interpretare le situazioni di gioco. Un esempio della centralità data ai calciatori è l’iniziativa del “foglio del DNA”, un elenco di valori appeso nello spogliatoio e scritto direttamente dai giocatori, a testimonianza della loro piena comprensione di cosa significhi indossare la maglia nerazzurra. “Avendo poco tempo a disposizione abbiamo lavorato su pochi concetti, ma chiari. Abbiamo battuto su due o tre principi fondamentali in ogni allenamento”, ha concluso Peluso.
La gestione dei talenti: De Ketelaere e Lookman
Un aspetto emblematico del nuovo corso è la trasformazione di Charles De Ketelaere. Secondo Peluso, il lavoro sul talento belga è stato tanto psicologico quanto tattico. Lo staff ha puntato a tranquillizzarlo, facendogli sentire la fiducia e concedendogli la “libertà di abbassarsi a prendere palla per poi determinare”. L’obiettivo era sbloccare mentalmente un giocatore che, secondo l’ex difensore, ha un “campione dentro”. Anche la gestione di Ademola Lookman è stata un processo naturale: è stato lo stesso giocatore, rientrato con un entusiasmo contagioso, a trascinare lo staff, che ha saputo toccare le corde giuste per valorizzare la sua voglia di tornare a giocare e divertirsi.
La rivoluzione difensiva sui calci piazzati
Uno dei cambiamenti più significativi e visibili ha riguardato la fase difensiva, in particolare la gestione dei calci piazzati. L’Atalanta ha abbandonato la marcatura a zona, un sistema utilizzato per anni, per passare a una marcatura a uomo. Peluso ha spiegato che questa scelta è stata dettata dall’analisi della rosa: avendo a disposizione difensori molto forti nei duelli individuali, si è deciso di responsabilizzarli e sfruttare le loro doti naturali. Marcare a uomo, secondo lo staff, era la soluzione più adatta per valorizzare le caratteristiche dei giocatori e restituire solidità a un reparto che in passato aveva mostrato qualche incertezza in queste situazioni.




