Nel panorama calcistico italiano, dove la solidità economica è tanto cruciale quanto i successi sul campo, la ripartizione dei diritti tv rappresenta una linfa vitale per i club. In questo contesto, l’Atalanta continua a dimostrare la sua crescita costante, affermandosi come una delle realtà più consolidate e performanti della Serie A, non solo per i risultati sportivi ma anche per la sua capacità di generare valore economico.
Un incasso da top club per la Dea
Per la stagione 2024-25, l’Atalanta si posiziona al settimo posto nella classifica degli introiti derivanti dai diritti televisivi, assicurandosi una cifra di 53,7 milioni di euro. Questo dato conferma il percorso virtuoso intrapreso dal club bergamasco, che negli anni ha saputo costruire una base solida, capace di competere ai massimi livelli. Sebbene l’incasso sia inferiore a quello di Roma (61,2 milioni) e Lazio (55,6 milioni), la posizione della Dea tra le prime sette forze economiche del campionato è un segnale inequivocabile della sua affermazione.
Il panorama dei diritti tv
La graduatoria dei diritti televisivi vede l’Inter dominare con 81,9 milioni di euro, seguita dal Napoli con 67,8 milioni. È interessante notare come la squadra nerazzurra superi gli azzurri, nonostante lo scudetto conquistato da questi ultimi. Il sistema di ripartizione, regolato dalla Legge Melandri del 2008, ha visto una diminuzione dell’ammontare totale disponibile per i club, sceso a 898 milioni di euro rispetto ai 1072 milioni della stagione precedente. Questo calo è dovuto principalmente alla riduzione dei proventi dai diritti pay domestici e internazionali.
Come si distribuiscono i milioni
La ripartizione dei diritti televisivi segue criteri ben definiti: metà della somma viene distribuita in parti uguali tra tutti i club. Un significativo 28% è invece determinato dai risultati sportivi, sia quelli recenti che quelli storici. È proprio in questa categoria che l’Atalanta eccelle, beneficiando delle sue ottime stagioni passate che continuano a influenzare positivamente il suo posizionamento. Il restante 22% è legato al radicamento sociale, che include fattori come gli spettatori allo stadio, l’audience televisiva e l’utilizzo dei giovani, sebbene quest’ultimo criterio abbia ancora un impatto marginale.
L’Atalanta e il divario sui diritti tv che si assottiglia
Al di sotto dell’Atalanta, troviamo squadre come la Fiorentina con 52,1 milioni e il Bologna con 43,7 milioni. Le squadre retrocesse, come Empoli, Monza e Venezia, ricevono cifre nettamente inferiori, attestandosi intorno ai 25-27 milioni, evidenziando uno squilibrio ancora presente nel sistema. Tuttavia, è importante sottolineare come il divario tra la prima e l’ultima classificata si sia ridotto nel tempo, passando da un rapporto di 4,4 a 1 nella stagione 2017-18 a un più equilibrato 3,2 a 1.