L’arrivo di Raffaele Palladino sulla panchina dell’Atalanta ha inaugurato una nuova filosofia di gestione basata sul pieno coinvolgimento di tutta la rosa. Più che un semplice turnover, la strategia del tecnico è un chiaro messaggio allo spogliatoio: ogni giocatore è una risorsa fondamentale per il progetto. I dati delle prime uscite ufficiali confermano questa visione, delineando i contorni di un gruppo coeso e motivato.
Una gestione che valorizza l’intera rosa
In sole quattro partite ufficiali, Palladino ha mandato in campo ben 23 dei 25 giocatori a sua disposizione. Questa statistica evidenzia un approccio che mira a tenere alta la competitività interna e a far sentire tutti parte integrante della squadra. La scelta di non affidarsi a gerarchie prestabilite si sta rivelando efficace, non solo per i risultati ottenuti, ma anche per l’armonia creata all’interno del gruppo. La rotazione quasi totale dell’organico dimostra la fiducia dell’allenatore in ogni elemento, trasformando l’Atalanta in un collettivo dove chiunque può essere decisivo.
Scalvini, il tassello mancante per completare il mosaico
Per completare il quadro di questa gestione “democratica” mancano all’appello solo due calciatori. Il primo è Francesco Rossi, il terzo portiere, la cui assenza dal campo rientra nelle normali dinamiche di squadra. Il secondo nome è quello di Giorgio Scalvini, il cui rientro è atteso con grande interesse da tutto l’ambiente. Il giovane difensore, fermo per infortunio, ha già iniziato a riassaporare il clima partita con la sua presenza in panchina durante l’incontro di Coppa Italia contro il Genoa. Il suo imminente ritorno in campo rappresenterà l’ultimo, prezioso tassello per completare il progetto di Palladino, consolidando l’idea di un’Atalanta in cui nessuno è escluso.




