Palladino ripristina l'Atalanta: de Roon torna intoccabile e l'attacco vola
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Palladino ripristina l’Atalanta: de Roon torna intoccabile e l’attacco vola

Con Palladino, l’Atalanta ritrova la sua identità. Il tecnico abbandona gli esperimenti di Juric e si affida a un nucleo di titolarissimi, con de Roon di nuovo leader e l’attacco al centro del progetto.

L’arrivo di Raffaele Palladino sulla panchina dell’Atalanta ha segnato un’inversione di rotta netta rispetto alla gestione precedente. Il nuovo tecnico ha scelto di accantonare il turnover e gli esperimenti tattici visti con Ivan Juric, preferendo un ritorno a un assetto più definito e stabile. Questa scelta pragmatica ha permesso alla squadra di ritrovare rapidamente certezze e un’identità chiara, basandosi su un gruppo consolidato di titolari che ricorda i fasti dell’era gasperiniana.

De Roon, di nuovo al centro del progetto

Simbolo di questa nuova filosofia è Marten de Roon. Con la gestione Juric, il capitano olandese era finito in un ballottaggio costante con Pasalic, vedendo il suo impiego fermarsi al 64% del totale. Con Palladino, lo scenario è cambiato radicalmente: de Roon ha giocato ogni singolo minuto disponibile nelle prime sette partite, coppa inclusa, per un totale di 630 su 630. A 34 anni, è tornato a essere il perno insostituibile del centrocampo, dimostrando come la sua leadership ed equilibrio tattico siano considerati fondamentali, al di là della carta d’identità.

L’attacco ritrova gol e gerarchie

La ritrovata stabilità ha avuto effetti benefici soprattutto sul reparto offensivo. Liberato da un utilizzo discontinuo, Gianluca Scamacca ha visto il suo minutaggio schizzare dal 21% al 77%, ripagando la fiducia con cinque reti, a fronte dell’unica marcatura nella gestione precedente. Un percorso simile è stato vissuto da Charles De Ketelaere, passato da semplice opzione (58% di impiego) a punto fermo dell’attacco (90%). Svincolati dalle incertezze, i due sono diventati i terminali di riferimento di una manovra offensiva con interpreti chiari e definiti.

Le nuove gerarchie: chi perde spazio

La creazione di un undici titolare ben definito ha, inevitabilmente, penalizzato alcuni giocatori che con Juric trovavano maggiore continuità. È il caso di Mario Pasalic, che da titolare nell’83% delle partite è scivolato al ruolo di riserva, con un minutaggio del 32%. Un ridimensionamento ancora più netto ha riguardato Nikola Krstovic e giovani come Ahanor, passati da protagonisti a semplici comparse. La nuova Atalanta ha ora una formazione riconoscibile, con rotazioni ridotte al minimo in attesa che la Coppa d’Africa possa rimescolare le carte.