La gestione arbitrale in Serie A è stata al centro di un importante incontro tenutosi a Roma, organizzato dalla FIGC per affrontare le tensioni e le polemiche di inizio stagione. Al tavolo dei relatori, accanto ai vertici di Federazione, AIA e Lega Serie A, sedevano anche i rappresentanti dei club, tra cui il direttore generale dell’Atalanta, Umberto Marino. La sua presenza testimonia l’interesse della società bergamasca a contribuire attivamente alla ricerca di una linea comune per il futuro del campionato.
Le direttive emerse dall’incontro
Durante il vertice, a cui hanno partecipato figure di spicco come il presidente federale Gravina e il designatore Rocchi, è emersa una volontà condivisa: garantire una maggiore coerenza nelle decisioni arbitrali. L’obiettivo principale è quello di limitare la concessione di rigori dubbi, i cosiddetti “rigorini”, che hanno spesso infiammato il dibattito sportivo. Si è concordato sulla necessità di aumentare il ricorso alla revisione a bordo campo da parte dell’arbitro, rafforzando la sua centralità decisionale, e allo stesso tempo di ridurre le interferenze superflue da parte della sala VAR. Un esempio negativo citato durante la discussione è stato il rigore assegnato al Napoli contro l’Inter, scaturito da una segnalazione dell’assistente anziché da una valutazione diretta del direttore di gara.
I dati di Rocchi e il ricambio generazionale
Il designatore Gianluca Rocchi ha presentato dati che, pur mostrando un miglioramento, indicano ancora margini di crescita. Nelle ultime tre settimane, l’indice di correttezza delle decisioni è salito dall’75% all’80%, un dato in crescita ma ancora lontano dal 90% registrato nella passata stagione. Rocchi ha inoltre evidenziato il processo di ricambio generazionale in atto, con un’età media degli arbitri internazionali diminuita di quattro anni rispetto alla stagione precedente, un segnale di rinnovamento per la classe arbitrale italiana.




