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Protesta dei tifosi a Caserta. Nel mirino l’Atalanta Under 23

La partita tra Casertana e Atalanta U23 è stata teatro di una forte contestazione dei tifosi locali contro il progetto delle seconde squadre, viste come un simbolo del “calcio business”.

La sfida tra Casertana e Atalanta Under 23 di ieri pomeriggio, valida per il campionato di Serie C, ha avuto un contorno polemico sugli spalti dello stadio Pinto. I tifosi della squadra di Caserta hanno infatti inscenato una vibrante protesta, non contro la squadra nerazzurra in sé, ma contro il modello delle seconde squadre che essa rappresenta.

La dura presa di posizione della curva

Il cuore della tifoseria organizzata casertana ha esposto uno striscione eloquente: “Non proclamiamo unità d’intenti ma solo sdegno per Lega, business e falsi proventi”. Un messaggio diretto ai vertici del calcio italiano, accusati di favorire logiche puramente economiche a discapito dell’anima popolare di campionati come la Serie C. Secondo i sostenitori di Caserta, la categoria dovrebbe essere un baluardo della tradizione delle piazze di provincia, non un terreno per le operazioni finanziarie dei club di Serie A.

“No alle squadre B”: un messaggio trasversale

La contestazione si è poi focalizzata sul concetto stesso di seconde squadre, con il messaggio “No alle squadre B” ben visibile in curva. La presenza della giovane formazione dell’Atalanta, pur apprezzata per la qualità del gioco espresso, è stata vissuta come un elemento che altera l’identità e la regolarità del campionato. L’Under 23 nerazzurra si è trovata così a essere il bersaglio simbolico di una battaglia ideologica che accomuna molte tifoserie italiane, le quali vedono nel “calcio azienda” una minaccia alla passione e all’appartenenza che legano le comunità alle proprie squadre.