Daniele Capelli, figura iconica per i tifosi dell’Atalanta, ha condiviso le sue riflessioni sul passato e sul futuro nerazzurro in un’intervista esclusiva a TuttoAtalanta.com. L’ex difensore, cresciuto nel vivaio di Zingonia, offre uno sguardo privilegiato sulla Dea, dai ricordi indelebili della sua carriera ai pronostici sulla squadra attuale, rivelando un legame profondo che va oltre il calcio.
Il sogno nerazzurro di un capitano bergamasco
Per Capelli, indossare la maglia nerazzurra è stato il coronamento di un sogno d’infanzia. «È il massimo del successo», ha affermato, ricordando come fino al suo esordio in Serie A, il 2 febbraio 2005 a San Siro contro l’Inter, avesse vestito solo i colori dell’Atalanta. La promozione in Serie A nel campionato 2010/11, vissuta da protagonista con numerose presenze, rappresenta per lui uno dei momenti più significativi. Portare la fascia da capitano, poi, è stato «un grande orgoglio e una grande responsabilità», specialmente per un tifoso che da ragazzino frequentava la Curva.
Gianpaolo Bellini: l’idolo e il simbolo di fedeltà
Tra i campioni ammirati dalla Curva, Capelli ha un idolo indiscusso: Gianpaolo Bellini. «Se devo sceglierne uno, dico senza dubbio Gianpaolo Bellini», ha dichiarato, sottolineando la sua ammirazione per la carriera e l’essere stato un punto di riferimento, un «bergamasco vero, atalantino vero». La storia di Bellini, fedele a un’unica maglia, è per Capelli un esempio raro nel calcio moderno, un legame che «non si vede più».
La rinascita dopo gli infortuni: la seconda carriera a Cesena
La carriera di Capelli è stata segnata da due gravi infortuni, uno a novembre 2011 e l’altro a marzo 2012, proprio quando era nel suo momento migliore in Serie A. «L’infortunio con il Siena ha segnato l’inizio di due anni molto difficili», ha confidato. Dopo un periodo complesso, la ripartenza è avvenuta in Serie B con il Cesena, un’esperienza che ha definito la sua «seconda carriera», portando anche a una promozione in Serie A. Nonostante un po’ di rammarico per come sarebbe potuta andare senza gli stop, l’esperienza a Cesena è stata «una realtà splendida, simile a Bergamo».
L’Atalanta di Juric: fiducia e la scommessa su Hien
Guardando all’Atalanta di Juric, Capelli si è detto impressionato. «Mi è piaciuta», ha commentato, riconoscendo le alte aspettative e la difficoltà di un cambio radicale. Ha espresso fiducia, affermando che «la squadra farà un’ottima stagione, ma serve tempo e fiducia a Juric». Riguardo al reparto difensivo, ha parlato di «fase difensiva» piuttosto che di difesa, evidenziando come il gioco di Juric, simile a quello di Gasperini, possa presentare delle «falle» che richiedono equilibrio. La sua scommessa personale in difesa è chiara: «Su Hien, senza dubbi. È perfetto per il gioco di Juric».
Pronostici europei e la corsa Scudetto
Per quanto riguarda la classifica, Capelli vede l’Atalanta ancora in corsa per l’Europa. «Credo che si giocherà ancora l’Europa League, forse anche la Champions», ha pronosticato. Sullo Scudetto, ha indicato Inter e Napoli come favorite dopo la prima giornata, ma ha invitato a non escludere Juventus e Milan, e a «attenzione alla Roma» di Gasperini, che, con tempo e pazienza, «farà molto bene».
Parma-Atalanta: una sfida aperta con Scamacca in crescita
In vista della partita contro il Parma, Capelli si aspetta un incontro «aperta». «Il Parma gioca davvero a calcio», ha osservato, aggiungendo che l’Atalanta «non cambia atteggiamento: gioca sempre all’attacco». Prevede una vittoria per i nerazzurri, «soprattutto con Scamacca in crescita», ma avverte che «non sarà semplice».
Dal campo alla panchina: la passione per il settore giovanile
Dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, Capelli ha intrapreso la carriera di allenatore. Dopo aver guidato la Real Calepina in Serie D lo scorso anno, ora è responsabile del settore giovanile e allena gli Esordienti. «È un doppio ruolo che mi permette di crescere», ha spiegato, sottolineando come con i ragazzi si viva «un percorso diverso». Pur mancando l’adrenalina delle prime squadre, Capelli ha espresso il desiderio di «tornare ad allenare i grandi» in futuro.