In un’intervista rilasciata a Tuttomercatoweb, l’ex terzino Manuel Belleri ha condiviso le sue riflessioni sul percorso dell’Atalanta, la sua esperienza passata in nerazzurro e le prospettive future del calcio italiano. Le sue dichiarazioni giungono in un momento significativo, alla vigilia della sfida tra Atalanta e Lazio, due squadre che Belleri conosce bene avendo militato in entrambe. L’analisi ha toccato vari aspetti, dalla gestione tecnica di Juric alle ambizioni europee, offrendo uno sguardo approfondito sul panorama calcistico attuale e sui ricordi di una carriera ricca di spunti.
L’Atalanta di Juric e la ricerca di compattezza
Manuel Belleri ha espresso un giudizio positivo sull’Atalanta, evidenziando come la squadra stia affrontando la difficile sfida di mantenere alti livelli dopo stagioni straordinarie. Secondo Belleri, con l’arrivo di Juric, la “Dea” ha intrapreso la direzione giusta, nonostante ci siano ancora margini di miglioramento. L’ex difensore ha sottolineato l’importanza della compattezza che il nuovo tecnico ha saputo infondere, un elemento cruciale per superare le difficoltà legate agli infortuni e ai costanti paragoni con la precedente gestione. Belleri ha affermato che “Juric ha messo subito le cose a posto creando una mentalità vincente”, riconoscendo la capacità dell’allenatore di stabilire una base solida e di imprimere una mentalità vincente, nonostante le inevitabili sfide che comporta il ripetersi ad alti livelli nel calcio moderno. La sua visione suggerisce che, pur in una fase di transizione, l’Atalanta possiede le qualità per continuare a competere.
Ricordi in nerazzurro: la stagione 2007/2008
Ripercorrendo la sua esperienza all’Atalanta nella stagione 2007/2008, Manuel Belleri ha condiviso numerosi ricordi positivi. Arrivato a Bergamo in extremis, ha trovato una squadra di grande valore, con nomi come Floccari, Carrozzieri, Doni, Guarente e Manfredini. Belleri ha ricordato il tecnico Gigi Delneri come un allenatore con cui aveva un ottimo rapporto e da cui ha imparato molto, in particolare riguardo all’innovativa difesa a quattro che aveva introdotto. Un momento cruciale di quella stagione fu l’infortunio di Carrozzieri, che aveva preso in mano le redini della difesa. Belleri ha evidenziato come la sua assenza abbia influito negativamente sul rendimento della squadra nel girone di ritorno, impedendo forse il raggiungimento di un posto in Europa, nonostante un attacco molto forte. Ha anche espresso un “ricordo bellissimo” del presidente Ivan Ruggeri, che lo volle fortemente a Bergamo e che ha sempre agito per il bene della società, un legame umano che Belleri porta ancora con sé.
Prospettive europee e la sfida con la Lazio
Analizzando il panorama della Serie A, Manuel Belleri ha espresso la convinzione che sia Atalanta che Lazio possano ambire a un posto in Europa, pur riconoscendo la grande competitività del campionato. Ha menzionato diverse squadre di alto livello come Napoli, Milan, Inter, Juventus, Roma, oltre a un occhio di riguardo per il Como. Belleri ha sottolineato che entrambe le formazioni dovranno lottare fino alla fine in una classifica che si preannuncia molto corta. Riguardo alla Lazio, Belleri, che ha militato in biancoceleste dal 2005, ha commentato il lavoro di Maurizio Sarri, definendolo “l’allenatore giusto” per il club capitolino. Ha riconosciuto le difficoltà che Sarri sta affrontando nel ritrovare la soluzione ideale per esprimere il suo gioco, anche a causa del blocco del mercato. La sfida tra Atalanta e Lazio si prospetta quindi come un incontro chiave per le ambizioni europee di entrambe le squadre.
L’esperienza internazionale e il calcio giapponese
Manuel Belleri ha raccontato la sua “esperienza meravigliosa” come direttore tecnico per il Milan a Tokyo, un periodo che gli ha permesso di imparare l’inglese e il giapponese, ampliando notevolmente i suoi orizzonti. Ha descritto il “modus operandi” dei giapponesi nel calcio giovanile come molto schematico, legato alla loro cultura che li porta a seguire gli ordini con grande disciplina. Ha evidenziato la loro straordinaria dedizione all’allenamento e le loro capacità tecniche. Tuttavia, ha anche notato una certa difficoltà a uscire dagli schemi, una caratteristica culturale che, a suo dire, può limitare la creatività individuale. Belleri ha ricordato come molti campioni giapponesi abbiano avuto successo anche in Italia, citando nomi come Morimoto, Nakamura, Nakata e Honda.