In una serata di festa e ricordi, Massimo Carrera ha condiviso le sue riflessioni sull’Atalanta, la squadra che lo ha visto chiudere la carriera e a cui è rimasto profondamente legato. L’occasione è stata la celebrazione dei 118 anni di storia del club e l’inaugurazione della statua dell’Europa League in piazzale Goisis, un momento che ha riunito volti noti e tifosi in un abbraccio collettivo alla Dea.
Un legame indissolubile con Bergamo
Carrera ha espresso la sua profonda felicità ed emozione per essere tornato a Bergamo, sottolineando l’onore di celebrare una squadra e una città che gli hanno donato tanto. “Questa festa è un modo bellissimo per ringraziare i tifosi, che sono sempre stati il cuore pulsante dell’Atalanta,” ha affermato, visibilmente commosso dalla partecipazione numerosa e sentita. Ha inoltre evidenziato l’importanza di rendere omaggio a un traguardo storico come la statua dell’Europa League, un simbolo dei successi raggiunti. Il ritrovo con ex compagni e amici ha reso l’evento ancora più speciale, rafforzando il senso di appartenenza a una grande famiglia.
La scelta di Bergamo: una casa per la vita
Interrogato sulle ragioni che lo spinsero a trasferirsi a Bergamo, Carrera ha descritto la sua decisione come “una scelta naturale“. Ha raccontato di essersi trovato immediatamente a suo agio, tanto da considerare la città la sua vera casa dopo avervi concluso la carriera da calciatore. “Le mie figlie sono cresciute qui, abbiamo costruito la nostra vita a Bergamo e non c’è mai stato motivo di andare via,” ha spiegato, dipingendo un quadro di serenità e accoglienza. Ha elogiato Bergamo come una città bellissima e ospitale, che gli ha dato molto sia sul campo che nella vita privata, rendendolo felice di far parte di questa comunità.
Prospettive rosee per la stagione
Guardando al futuro, Massimo Carrera ha espresso un cauto ottimismo sulle prospettive dell’Atalanta per la stagione in corso. “L’Atalanta può fare davvero un buon campionato,” ha dichiarato, pur riconoscendo che è ancora presto per definire gli obiettivi finali. Ha evidenziato la solidità della squadra, la preparazione del tecnico e la passione inesauribile della tifoseria come pilastri fondamentali. Ha ammesso che un periodo di adattamento è stato fisiologico dopo il cambio di guida tecnica, ma ha notato che i risultati stanno arrivando, suggerendo che la Dea possa togliersi grandi soddisfazioni anche quest’anno.