Il campo ha riaccolto Gianluca Scamacca dopo un’assenza prolungata di 53 giorni, un periodo iniziato il 30 agosto, alla seconda giornata di campionato contro il Parma. Il suo rientro, sebbene non abbia visto un esordio brillante in Champions League, rappresenta un segnale importante per l’Atalanta, che attende il pieno recupero del suo attaccante. L’infiammazione al ginocchio ha tenuto il giocatore lontano dal terreno di gioco, minandone anche il morale, ma la sua determinazione nel riprendere la migliore condizione è tantisisma.
La Dea ha un bisogno impellente dei gol di Scamacca, specialmente considerando che nelle ultime due gare la squadra non è riuscita a trovare la via della rete, accumulando un’astinenza da gol di 264 minuti. Questa situazione ha portato l’attaccante a riflettere apertamente sulle dinamiche post-partita. “Le prestazioni ci sono, stiamo giocando bene, ma ci manca lo spunto decisivo,” ha dichiarato Scamacca, evidenziando la sensazione di un lavoro ben fatto che non trova il giusto epilogo.
L’analisi di Scamacca si spinge oltre, toccando la componente della fortuna, spesso decisiva nel calcio. “Ci manca quel pizzico di fortuna che ti aiuta a sbloccare momenti e situazioni complesse”, ha aggiunto, sottolineando come a volte basti un episodio favorevole per cambiare l’inerzia di una partita. L’obiettivo primario ora è proseguire con il lavoro, affinare i meccanismi e ritrovare quella concretezza sotto porta che è mancata. Nonostante le difficoltà attuali, la fiducia non sembra vacillare. “Il bicchiere è mezzo pieno, continuando a fornire prestazioni di questo livello, i risultati arriveranno”, ha concluso l’attaccante.