Kolasinac, ovazione a Bergamo per il ritorno in Serie A. Il "Generale" è tornato
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Kolasinac, ovazione a Bergamo per il ritorno in Serie A. Il “Generale” è tornato

Dopo il rodaggio a Francoforte, Sead Kolasinac torna in campo in Serie A contro la Fiorentina. Lo stadio lo accoglie con una standing ovation, segnando la fine di un calvario durato sette mesi. Lui poi ringrazia tutti sui social.

Se i 17 minuti giocati a Francoforte erano stati la prova generale, il rientro ufficiale in Serie A ha avuto il sapore della festa. Sead Kolasinac è tornato a disposizione dell’Atalanta, mettendo fine a un calvario lungo oltre sette mesi. L’incubo era iniziato lo scorso 13 aprile contro il Bologna, con la rottura del legamento crociato anteriore e la lesione del menisco. Dopo il primo test in Champions, il tecnico Raffaele Palladino gli ha concesso i minuti finali della sfida contro la Fiorentina. Un momento accolto da una vera e propria standing ovation da parte di tutto lo stadio, che ha riabbracciato uno dei suoi leader.

Il plauso di Palladino: “Un soldato vero”

Palladino non ha nascosto la sua soddisfazione. Ha definito Kolasinac un “uomo leader” e un “giocatore di esperienza internazionale indiscutibile”, sottolineando come, nonostante la lunga assenza, in campo non sembrasse aver mai subito un infortunio. La dedizione del bosniaco è emersa anche a fine gara, quando ha svolto un lavoro integrativo per accelerare il pieno recupero. “Sono felice di averlo ritrovato, è una risorsa preziosa”, ha dichiarato Palladino, definendolo un “soldato vero” e un “top player” per la sua mentalità e professionalità.

L’abbraccio dei tifosi e il messaggio social

L’emozione per il ritorno in campo davanti al proprio pubblico è stata palpabile. L’accoglienza calorosa dei tifosi ha sottolineato l’importanza del “Generale” per la squadra e per l’ambiente. Lo stesso Kolasinac ha voluto ringraziare il popolo nerazzurro attraverso il suo profilo Instagram. “Grazie per l’accoglienza al mio rientro in campo nel nostro stadio. Mi ha fatto davvero piacere”, ha scritto il difensore, chiudendo con una promessa che suona come un patto con la tifoseria: “Testa alta, petto in fuori e andiamo avanti insieme. Tutti uniti”. Un messaggio chiaro che testimonia come l’Atalanta abbia ritrovato non solo un giocatore, ma un vero e proprio condottiero.

Un recupero strategico per la difesa

Il ritorno di Kolasinac assume un’importanza cruciale in un momento delicato per la difesa atalantina, orfana di Giorgio Scalvini per un problema muscolare. Con scelte ridotte che includono Hien, Kossounou, Djimsiti e il giovane Ahanor, l’esperienza del bosniaco diventa fondamentale. Oltre a fornire un’alternativa tattica, potendo agire sia come braccetto nella difesa a tre sia come esterno di copertura, Kolasinac potrà fare da guida al promettente Ahanor, classe 2008, che ha mostrato qualità ma anche una fisiologica discontinuità. La sua leadership e il suo carisma saranno determinanti non solo nelle scelte di campo, ma anche nella crescita dei compagni di reparto.

L’impatto sui risultati: un confronto evidente

L’assenza di Kolasinac si è fatta sentire pesantemente sui risultati della squadra. Un confronto con la stagione precedente è emblematico: un anno fa, con il bosniaco a guidare la difesa, l’Atalanta viaggiava a 28 punti con 9 vittorie in 13 partite. Oggi, la squadra si trova al tredicesimo posto con soli 13 punti e 2 vittorie in 12 gare, un rendimento che ha portato al cambio in panchina da Juric a Palladino. Questi numeri confermano quanto l’apporto di Kolasinac, in termini di solidità difensiva e di mentalità, fosse un pilastro per l’equilibrio della Dea. Il suo rientro incarna quei valori di coraggio, ambizione e fame che il nuovo allenatore ha chiesto alla squadra per iniziare la risalita.